Intervista al Presidente del Consiglio Comunale di Ischia
Nell’ultimo civico consesso è stato approvato un importante atto deliberativo sulla questione delle demolizioni. Può dire, in generale, anche dell’attività consiliare e dei risultati conseguiti?
“Il consiglio comunale di Ischia, da me presieduto da tre anni, con stile ed equilibrio riconosciuto da più parti, grazie anche alla collaborazione e alla maturità espressa dall’opposizione su temi di interesse generale della cittadinanza, ha ottenuto un’indiscussa e sostanziale rivitalizzazione della sua fondamentale importanza per il paese. Ciò è testimoniato da tutta una serie di importanti deliberati, alcuni dei quali sono stati licenziati ad unanimità di voti, su materie da lungo tempo irrisolte. Basti pensare alla questione Nuove Terme Comunali, Polifunzionale, Tribunale di Ischia etc. e non ultimo la problematica delle demolizioni dove ho voluto un deliberato, votato ancora una volta ad unanimità, che sostanzialmente ha fatto chiarezza in materia su quella che è la volontà dei rappresentanti del popolo, eletti direttamente dai cittadini, che, a differenza dei Parlamentari, vivono in loco e conoscono meglio di tutti le esigenze del territorio. Con questo, da una parte si è sollecitato il Governo ed il Parlamento a uniformare il condono ter sul piano dell’efficacia ed applicabilità ai primi due, dall’altra – nelle more della detta integrazione legislativa – ha invitato i medesimi Organi a sospendere le demolizioni operate dall’A.G., ponendo in essere, nel contempo, un’intensificazione dei controlli sul territorio per evitare ed impedire sul nascere ogni recrudescenza del fenomeno dell’abusivismo edilizio”.
Non crede che proprio questo suo attivismo e il modo di esercitare il ruolo di Presidente del Consiglio le abbia attirato addosso molte invidie anche di una buona parte dei colleghi della maggioranza?
“E’ probabile che ciò sia avvenuto, ma non per questo penso che mi debba tagliare le ….absit iniuria verbis…. gambe sol per fare piacere a qualcuno che si illuderebbe di ridimensionare chi prova, con le proprie capacità e volontà, a dare il proprio contributo alla crescita del paese. D’altra parte, ciò che conta non sono le strumentali campagne artatamente – del resto platealmente riconoscibili – orchestrate nei miei confronti, perché i cittadini mi conoscono e sanno bene con quale spirito ho iniziato e sto continuando questa avventura, infatti sto registrando, che più esse incedono e più cresce in maniera esponenziale, giorno dopo giorno, il numero di coloro che mi sostengono e penso che ciò sia stato dimostrato proprio in occasione delle due ultime campagne elettorali: le Provinciali e le Regionali”.
Sul decreto 21 si è detto di tutto e di più. Che pensa di questa fase dell’amministrazione Ferrandino: il sindaco porterà a termine il suo mandato?
“La lettura che è stata fatta del decreto 21 risponde alla logica strumentale di cui proprio prima ho parlato. Non scendo nel merito perché dovrei ripetermi. Del resto, è innegabile che le deleghe sono state tolte agli assessori. L’amministrazione in questo momento, secondo me, necessita di un’ ancora maggiore condivisione e compartecipazione tra i capigruppo e le decisioni del sindaco, nonché di un maggior tempismo nell’eseguire le decisioni importanti adottate dal consiglio comunale da parte della struttura (vedi solo per esempio la questione Bando Terme Comunali, eccezion fatta chiaramente per il Direttore Generale che si sta facendo un cuore così). Riguardo all’ultimo punto della domanda, credo che molti sono partiti troppo prematuramente con ragionamenti riguardanti future candidature, e ciò non ha fatto e non fa bene al nostro paese. Infatti – per usare un paragone calcistico – molti si preoccupano dell’allenatore e non della squadra, ed è stato dimostrato dalle ultime amare vicende che Lippi non fa la Nazionale. Debbo dire poi che, purtroppo, a livello nazionale come a livello locale assistiamo sempre di più all’acuirsi della frattura tra la politica e i cittadini, grazie anche alla spettacolarizzazione della politica, cioè al prevalere della logica dell’apparire su quella dell’essere, in pratica all’eccesso della mediatizzazione finalizzata solo a se stessa. E il popolo è stufo di tutto ciò come evidenzia il dato dell’astensionismo in crescita alle ultime elezioni regionali, e ricordiamoci che il giudizio è sempre e solo nelle mani del popolo. Bisogna rifondare il tutto cominciando dalle giovani generazioni con la crescita di una nuova cultura di responsabilità sociale. Tutto il resto è mettere una toppa su un vestito vecchio”.