comm so bell comm so bell bocca e giosi quann fann e guacchie, comm snc’azz comm snc’azz san bernard quann sen’ accorg, comm so sciem comm so sciem chi ce fa fa a chilli ruie tutt e c…. mannatl a casa mannatl a cas ugliun e miez a vie… a gent ve vol accirere iatevenne c’arrivn l’ov fracit … comm so bell comm so bell. a fest e sant’ann e vicin e fuoc ns’appiccn senza rnar z cantn messe, quaccos p lor semp esc c pens u mafr on pisc cu scpin, e pilomat so rezz tropp larg pe pisc piccirill, ognun addà campà chi spart e chi port e chi fà e manisfest, chi parl e z fa capì l’important è a ucchià quaccos, chi sono pa music e chi sente pe sord, tre chiù doi fa cinc e a fest ru jazz camp pierin per recchie e p l’amic ca stamp, c pens risors mar, com facett gesù crist que pisc, u bilanc nz chiur, mo arrivn e guardie e se portn p copp u scivul c vale trntamil cartun, mo c penz san bernard, ntu paes e vonn sparà, tutt e iuorn sadd spart na pizz p tant vocc a fin a magnà e semp chil ca boccasciutt, viv stu popl che pall sa rignut ru sinnc e re ftient cattuorn c girn…viv san brnard si e maan a cas fa cosa bbon asinno e com lor na chiavc, …c’avit rutto o ca…. cust ordinaz c’avit abbuffat ma c stamm man u duce,

di Enzo Mazzella

Mi pare importante osservare che siamo posti in una prospettiva che supera il ristretto ambito comunale per comprendere tutta la realtà isolana, in particolare per quello che riguarda il settore dei servizi.
Il comune di Ischia ha da tempo assunto l’iniziativa proponendo la modifica degli statuti dei consorzi in vista di una gestione unitaria, sovracomunale, dei nostri servizi essenziali. Questo è per noi un obiettivo prioritario, che d’ora in avanti perseguiremo con tutte le nostre energie, convinti come siamo della importanza, anzi della necessità di una politica dei servizi, in linea con il grado di sviluppo della nostra economia. Al di là dell’adeguamento dei servizi, in realtà il nostro obiettivo si configura in termini più ampi, e comprende quelle modifiche strutturali che ci consentiranno di aggiornare e riqualificare la nostra realtà Politico-Amministrativa su un piano di efficienza, organicità e capacità di programmazione.
Purtroppo il campanilismo è ancora duro a morire, anche perché nasconde una serie di interessi particolaristici che con la autonomia locale non hanno nulla da spartire. Ma occorre convincerci che il nostro futuro sta nel superamento delle vecchie concezioni ed in particolare di quella suddivisione in sei Comuni che può essere considerata l’ostacolo maggiore al processo di sviluppo: occorre convincersi che il futuro dell’isola d’Ischia passa per l’istituzione del Comune Unico Isolano.
Come è noto, questa è la tesi che sosteniamo da tempo, con piena convinzione, e che tra l’altro mi ha indotto a presentare una proposta di legge regionale. Da coloro che l’avversano non sono venute finora proposte alternative ma solo obiezioni pretestuose e scontate: naturalmente sono state tirate in ballo presunte differenze tra i vari Comuni, è stata invocata la difesa della autonomia locale, e si è perfino parlato della mia proposta come di un subdolo tentativo di imporre l’egemonia del Comune d’Ischia sul resto dell’isola.
Parlare oggi di diversità tra Comune e Comune non ha senso, soprattutto se pensiamo alle rivalità e incomprensioni che continuano a penalizzare il nostro sviluppo e la nostra vita civile . Il dato prevalente e di cui bisogna tener conto è rappresentato dalla omogeneità geografica, storica, culturale, e soprattutto economica dell’isola.
Né ha senso richiamarsi alla difesa dell’autonomia locale per respingere una proposta che rafforzando il ruolo e la struttura dell’ente locale, mira evidentemente ad esaltarne l’autonomia. D’altra parte non si capisce come si possa parlare di volontà egemonica del Comune d’Ischia: tale egemonia semmai esiste oggi, nei fatti, e non potrà esistere domani quando a sei Comuni se ne sostituirà uno solo, il Comune dell’Isola d’Ischia.
In realtà l’unificazione amministrativa rappresenta l’unica risposta ipotizzabile e possibile ai problemi e alle esigenze del nostro sviluppo, e l’unico correttivo in grado di riequilibrare il divario ancora esistente tra i Comuni ricchi ed i Comuni poveri dell’isola. Il Comune unico ci consentirà di realizzare finalmente una seria politica territoriale ed una programmazione dello sviluppo. Significherà maggiori possibilità di accedere ai mutui e naturalmente garantirà a Ischia, Comune unico di 50mila abitanti e importante realtà economica, un credito ed un peso decisionale che i sei Comuni divisi non potranno mai aspirare ad avere.
Si realizzerà una svolta non soltanto sul piano amministrativo ma anche su quello politico, agganciando il dibattito ai grandi temi e alle scelte decisive ed impegnando pertanto le forze politiche a qualificarsi e a confrontarsi sulle proposte e sui programmi, in altre parole a fare politica abbandonando la mera gestione e la logica clientelare. In questo contesto alle forze politiche cosiddette minori si apriranno spazi e possibilità che oggi non hanno.
Con un solo consiglio comunale anziché sei e con 40 consiglieri complessivi, la selezione della rappresentanza democratica sarà necessariamente più attenta: sarà certo più difficile emergere e farsi eleggere (e questo spiega in buona sostanza l’ostilità di molti amministratori e consiglieri comunali alla mia proposta), ma non c’è dubbio che tutto questo si tradurrà in notevoli vantaggi per l’efficienza amministrativa e la vita politica.
Porterò avanti la mia proposta interpretando anche la domanda che in questo senso viene dalla maggioranza dell’opinione pubblica, e sono convinto che Ischia saprà fare la scelta giusta.

Enzo Mazzella, maggio 1988