di Fabio Vecchiolla
La serietà e la responsabilità di un governo si misura dalla capacità di far tesoro anche di ciò che avviene nel mondo. Ma ad oggi tutt’ altro che serio e responsabile sembra il nostro governo che non cede di un centimetro con la decisione scialba e deprecabile di far tornare l’ Italia al nucleare, in barba del referendum popolare del 1987, ed agli elevati costi di realizzazione di una centrale nucleare che, in un era di crisi generale e generalizzata è davvero impensabile, un ambiguità che del resto fa parte di una generale ambiguità che caratterizza gran parte dell’ operato del nostro esecutivo.
Sembra tuttavia che questa volta, nell’ apnea dei diritti nella quale è caduta l’ Italia, in materia di sicurezza e di salute non si è disposti a concedere ai politicanti senza scrupoli giochi d’azzardo di nessun tipo L’Italia ha un territorio relativamente piccolo e densamente popolato, privo di zone disabitate e desertiche. Non è né gli Stati Uniti né la Russia dove comunque l’incidente nel deposito di scorie radioattive a Celiabinsk nel 1957 desertificò un’enorme territorio e colpì la popolazione.
Impazzano soprattutto in rete le adesioni agli innumerevoli comitati contro il nucleare che invitano la popolazione in massa a votare si al referendum per le energie alternative, contro il nucleare del prossimo 13 giugno.
Molti, moltissimi si stanno schierando quindi contro il nucleare perché è estremamente pericoloso e le scorie radioattive sono lontane dall’ esser rese inoffensive come vogliono farci credere, inoltre molti vanno con la mente alla data del terremoto in Abruzzo e pensano ai danni che sarebbero potuti accadere se nei dintorni ci fosse stata una centrale, sicuramente suggestionati da ciò che sta accadendo oggi in Giappone. Tuttavia il problema è un altro. Si può realizzare la centrale nucleare piu pulita e sicura del mondo ma la realtà è che i costi monetari di realizzazione di una stessa centrale sono inimmaginabili per un non addetto ai lavori. Tali costi riguardano tutto intero il ciclo delle attività nucleari, ciclo che parte dalle miniere di uranio, comprende i processi di arricchimento dell’uranio e la preparazione del combustibile nucleare (durante la quale si verificarono gli incidenti alla KerrMcGee negli Stati Uniti, del 1974, e a Tokaimura in Giappone del 1999). Vi sono poi i costi e i conflitti per la ricerca della localizzazione degli impianti; e poi i costi della costruzione e di funzionamento “normale” delle centrali nucleari e costi altissimi per politici e per i controlli di tipo militare.
E poi ancora vi sono i costi e i pericoli e gli incidenti del ciclo del ritrattamento del combustibile irraggiato per recuperare un po’ di plutonio da aggiungere all’uranio nelle centrali per trarne un po’ più di elettricità e di soldi; e poi i costi del ciclo di smaltimento delle centrali esaurite e della sistemazione del combustibile irraggiato e degli inevitabili rifiuti, la coda avvelenata delle centrali. Si tratta, anche solo in Italia, di migliaia di tonnellate di prodotti radioattivi, tutti, sia pure in diverso grado, pericolosi, che continuano ad accumularsi anche quando è svanito e sarà svanito il sogno dell’elettricità abbondante a basso prezzo. Tutte operazioni che richiedono una vigilanza per secoli e decenni per evitare perdite di radioattività nell’ambiente.
Per tutti questi motivi le centrali nucleari, anche quelle “perfettissime” di “terza generazione” che già tanti guai e ritardi stanno incontrando prima ancora di entrare in funzione in Finlandia e in Francia, quelle che il nostro governo fa intendere di voler comprare a quattro per volta, non sono sicure nè convenienti in termini di soldi. Sono insomma inaccettabili.
Vogliamo parlare dello stoccaggio delle scorie? Le scorie smaltiscono l’attività radioattiva da 15.000 anni a 200.000 anni. Cioè, dal punto di vista dell’umanità, sono eterne.
Qual è il luogo dell’Italia ove c’è sicurezza assoluta che non ci saranno mai attività sismiche né contatto delle scorie con l’acqua e, assieme, sia in grado di ventilare il calore che si forma spontaneamente a causa della radioattività?
Ancora una volta dunque il governo Berlusconi presenta una politica ideologica e poco efficace che contrasta con i reali bisogni del nostro paese
È intollerabile la matrice antidemocratica del nostro presidente che minaccia l’utilizzo della forza per piegare la resistenza dei cittadini ed è sempre piu chiaro che Il futuro dell’Italia non è nel nucleare