Silverio Cuomo – Tanti motivi per votare NO, altrettanti per votare SI, in questa campagna referendaria è stato detto tutto e il contrario di tutto e non ho ascoltato nessuno che mettesse in luce una realtà difficile da digerire: nessuno sa quali saranno le conseguenze sul piano sostanziale della fusione dei comuni, tanto meno i cittadini isolani chiamati a decidere. Si tratta di una scelta che dovrebbe presupporre una perfetta cognizione sotto il profilo tecnico di tutte le implicazioni dell’accentramento amministrativo, cognizione che non hanno nemmeno i componenti dei due comitati, non per loro colpa ovviamente, ma perché non uno studio è stato condotto seriamente per capire in quali situazioni ci troveremmo in seguito all’accorpamento. Ergo il referendum (a mio modestissimo avviso) fallirà per mancato raggiungimento del quorum, ma non per l’impegno profuso da chi si batte in tal senso, ma semplicemente perché i cittadini non hanno i mezzi, in termini di conoscenza, per poter decidere. A questo punto qualcuno potrebbe dire che in realtà tutto dipenderebbe dalle capacità dei futuri amministratori dell’ isola unita. Obiezione onesta e condivisibile, ma chi saranno i nostri amministratori? Si parla di rinnovamento, ma la mia sensazione è che si stia per portare a termine una rivoluzione sul piano della struttura amministrativa che avrebbe come conseguenza la cristallizzazione della classe dirigente attuale. Si darebbe spazio a quelle logiche elettorali che garantirebbero agli attuali amministratori altri 20 anni di sereno (per loro) governo del paese, vista l’impossibilità di emersione di gruppi sforniti del potere politico ed economico-finanziario necessario per ottenere il consenso necessario( ad esempio per conquistare il sostegno di ex consiglieri e grandi elettori). Non mi si venga a dire che decide il popolo, conosciamo fin troppo bene le storture del meccanismo di rastrellamento dei voti che governano il nostro sistema. Esempio: sappiamo tutti che un consigliere eletto con 90 voti non avrebbe possibilità di diventare consigliere isolano, sarebbe chiaramente portato ad appoggiare un candidato che di voti ne ha almeno 200, ma in cambio di cosa? Dell’affetto della gente…ovviamente!
Non siamo maturi per il comune unico, impegnamoci per cambiare le cose nei nostri comuni, portiamo i bilanci in pareggio, mettiamo apposto le strade e cominciamo un dialogo per la gestione dei servizi pubblici, Stipuliamo protocolli d’intesa per progetti condivisi. Misuriamo così la maturità dei rappresentanti del popolo, sperimentiamo partendo dal basso, NON METTIAMO ALLA GUIDA DI UNA FERRARI CHI NON HA NEMMENO LA PATENTE.