di Luciano Venia

Sono lieto insieme a tutti voi del fatto che il Convegno di ieri sulla Caremar abbia registrato le mie/nostre/vostre proposte e in particolare ha compreso il concetto di FUNZIONE STRATEGICA della Caremar nel nuovo sistema dei trasporti marittimi.
E’ evidente che coniando tale definizione avevo presente una visione complessiva del quadro legislativo: dai valori costituzionali allo statuto regionale, dai trattati Ue al federalismo fiscale, dalle attribuzioni e competenze agli enti di cui al V titolo della Carta fondamentale alla nuova legge finanziaria sino a contemplare le urgenze, le visioni, le criticità innescate dalla fiammata di crisi economica di agosto che ha affondato le borse ed ha posto sul tappeto il problema dei titoli del debito pubblico italiano, lo spread tra btp italiano e bund tedeschi, le esigenze di finanziamento della spesa pubblica e i tagli necessari per rientrare dal debito pubblico parametrato al pil.
Tutto questo essendomi chiaro e nella consapevolezza ribadita da un tecnico come il Cap. Umberto Maltese che “l’obbiettivo del convegno è finalizzato alla lotta contro la privatizzazione della Caremar, non chiesta dalla Comunità Europea ma voluta dalle Istituzioni italiane al fine di ridurre il rapporto debito/PIL. (fonte Tg Ischia.it edizione in rete alle 10.31 del 31 agosto 2011) ho elaborato un modello nuovo che abbia come sua chiave appunto la messa in evidenza del ruolo strategico e insostituibile della Caremar.
Naturalmente rendendola più efficiente, rivedendo assetti e contratti, tagliando sprechi e inefficienze, avviando la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili della impresa, rafforzando i servizi da e per Pozzuoli, aprendo la nuova Via F (da me progettata) tra Ischia e Formia e in un quadro di sana competizione con rispetto e lealtà verso le imprese private e rinnovando il naviglio (vi è da ammodernare una flotta di 5-7 navi e 4 mezzi veloci, salvo diverse valutazioni).
E infatti chi scrive ha ben presente il ruolo importante della impresa privata che svolge un meritorio ruolo che non si intende nè comprimere nè intaccare. Tuttavia le isole (vedasi vecchia formula art. 158 trattato CE) hanno una propria specificità anzi una specialità che invoca misure “speciali” proprio in virtù del disagio geografico e della mancanza di alternative modali di linea (treno, elicottero, gomma) e quindi necessitano di una compagnia che abbia una missione e una funzione strategica per la vita civile delle comunità locali.
Tutto questo a nostro avviso passa per la riforma della legge 169/75 che va aggiornata mantenendo però il rispetto dei diritti alla continuità territoriale e a un sistema di collegamenti rapidi, stabili, continui, sempre più ispirati alla sicurezza e alla responsabilità.
Inoltre va incluso il trasporto marittimo nel circuito del biglietto integrato e vanno verificati i motivi della esclusione sino ad oggi nelle forme di legge.
Va fortemente sviluppata la linea Ischia-Procida-Pozzuoli realizzando a scadenza oraria o bioraria un vero “treno merci” per l’approvvigionamento delle isole.
La formula è quella di una nuova compagnia che abbia – questa è la nostra originalissima proposta – quali soci, non solo un nucleo di investitori privati, soci di capitale, ma la presenza nel cda della Regione Campania e innovativamente anche della società per gli investimenti nelle imprese strategiche che dovrebbe nascere dal finanziamento della Cassa Depositi e Prestiti di cui ha parlato a luglio con dovizia di particolari il Corriere della Sera.
Ergo dopo 2 anni la Regione dovrebbe trasferire le proprie quote ai Comuni, i 9 comuni delle isole.
La tesi dinamica è quella di salvaguardare – pur nelle forme di una necessaria rivisitazione della struttura societaria per renderla efficace, efficiente e maggiormente economica – il carattere SOCIALE della Compagnia.
La Proposta, lette le ultime decisioni del Governo, (Corriere della sera del 28-07-11 pagina 29 economia) è quella cioè di consentire l’ingresso nel Capitale della Caremar non solo della Regione per garantire isonomia a tutti i cittadini campani anche ai sensi dell’art. 3 comma 2 della Costituzione e dell’art. 2 dello Statuto della Regione ma anche, con una quota del 34 % della eventuale nuova società per le partecipazioni nelle imprese strategiche dello Stato e che dovrebbe nascere dalla Cassa Depositi e Prestiti per creare valore attraverso la crescita, il miglioramento di efficienza e l’aumento di competitività coinvolgendola nella reale Governance della nuova Caremar e con il fine principale di garantire i diritti civili e sociali dei cittadini anche in riferimento alla qualità, alla velocità, alla sicurezza, al costo del servizio.
Per fare ciò occorre integrare il decreto ministeriale dell’8 maggio e contemplarvi le necessità dei territori insulari.
E’ la Regione Campania e per essa Giunta e Consiglio, a dovere disegnare la nuova Compagnia Sociale che persegua cioè non solo efficienza economica ma anche l’obiettivo della continuità territoriale a costi parametrati a quelli delle altre modalità di trasporto in Regione.
Le idee, la preparazione, la capacità, la forza e l’entusiasmo sono abbondanti.
Ma occorre far presto, c’è da avviare il rinnovamento della flotta che non si concretizza da un giorno all’altro.
Siamo sempre pronti al confronto che abbiamo avviato con documenti inviati al Presidente della Camera dei Deputati, a parlamentari, consiglieri regionali etc.
L’unica cosa triste è che nonostante il Presidente della Comm. Trasporti sia presieduta da un nostro conterraneo NON SIAMO STATI PIU’ CHIAMATI IN AUDIZIONE.
Ne prendiamo atto.
LUCIANO VENIA
FONDATORE DI DIFENDIAMO LA CAREMAR- UNAVIA