Davide Conte*
Dopo IL GIORNALE e il CORRIERE DELLA SERA, oggi anche LA STAMPA, autorevole quotidiano torinese di antichissima tradizione nel panorama giornalistico italiano, reitera a pagina 19 la figura barbina che l’Isola d’Ischia, grazie al “pastrocchio” targato Giosi Ferrandino – Domenico De Siano, sta riscuotendo su scala nazionale. Ma l’aspetto ancor più grave di questa inedita quanto più che discutibile alleanza, è agevolmente riscontrabile nel demagogico tentativo dei protagonisti -di prima e seconda linea- di questa operazione, di farla passare quale panacea di problemi atavici dell’Isola d’Ischia, tuttora irrisolti. Quasi come se loro due, unitamente a chi li ha seguiti, si trovassero per la prima volta in campagna elettorale e non vantassero almeno un decennio (in alcuni casi, anche cinque o sei lustri) di militanza nella pubblica amministrazione ischitana, o addirittura una recente elezione nelle istituzioni sovraccomunali, dalla Provincia al Parlamento. L’articolo di Antonio Salvati pone l’accento in particolare sulla nascita di un “assessorato al condono”, affidato a quel Luigi Mattera che da ex aspirante candidato sindaco (ma senza speranze), oggi si ritrova ad aver “piegato a libretto” la sua legittima quanto solitaria ambizione e proiettato per grazia ricevuta dal “pastrocchio” nel ruolo assessorile che mai è riuscito a ricoprire in pur oltre un ventennio di militanza politica, sin dai tempi della Democrazia Cristiana. E proprio il problema delle demolizioni è tra quelli che oggi, improvvisamente, riscuoterebbe la massima attenzione del sindaco d’Ischia (la minuscola da parte mia non è mai casuale), che MAI E POI MAI ha ritenuto di compiere azioni ben determinate contro l’inerzia del Governo centrale mentre tanta gente piangeva la demolizione della propria unica casa di abitazione, o ben sapeva (e tuttora sa) di potersi veder piombare le ruspe fuori casa da un momento all’altro. La stessa conferenza dei capigruppo, convocata su mia richiesta in Consiglio Comunale circa due anni fa dopo l’approvazione unanime di un impegno del civico consesso verso un’azione efficace ed unitaria, è stata fatta volontariamente cadere nel dimenticatoio dal primo cittadino, evidentemente in troppe altre futili faccende affaccendato.
Il neo assessore al condono Mattera si illude che la coincidenza di due delle sue deleghe (condono e trasporti) con quelle della IV Comm.ne Regionale, presieduta proprio dal suo referente Domenico De Siano (che a dire il vero non ho ancora sentito condannare pubblicamente Berlusconi e i suoi per la palese “non volontà” di risolvere il problema demolizioni, nonostante le promesse in campagna elettorale regionale di due anni fa alla Mostra d’Oltremare), gli consentirà di avere una corsia preferenziale per qualche clamoroso risultato a breve scadenza.
La verità è una sola, peraltro ben rimarcata dall’amico Avvocato Bruno Molinaro, non a caso chiamato in causa continuamente quale riconosciuto esperto di caratura nazionale sul problema: la Regione in questo non può nulla e tutti sappiamo che le “pezze fredde” non occorrono a nessuno. In mancanza di una volontà
politica del Governo centrale, l’unica chance che ci resta è quella di concordare con la Soprintendenza e la Procura un protocollo stile Siracusa, o simile a quello adottato dalla vicina Santa Maria Capua Vetere. Noi, grazie a Dio, non abbiamo case della mafia o della camorra da abbattere (è chiaro che quando Molinaro le ha menzionate, non si riferiva certo ad Ischia ma proprio a quelle località dove il problema esiste sul serio), ma baracche e rustici, molti dei quali costruiti ben dopo il 2003, ce ne sono a bizzeffe. Ecco quindi che una gradualità degli interventi demolitori potrebbe senz’altro allontanare il problema dalle prime case d’abitazione, in attesa di un tanto agognato quanto improbabile intervento normativo che affronti la situazione con l’attenzione che merita.
Una cosa è certa: grazie a questi “signori politici” e alla necessità sempre crescente di speculare su tutto quanto possa fare notizia da parte di certa stampa, l’Isola d’Ischia passa ancora una volta ingratamente per la terra di nessuno. E se i presupposti del bene del Paese che fondano il “pastrocchio” PD-PDL made in Ischia sono forieri della stessa efficacia e tempestività che i suoi protagonisti hanno dimostrato sinora nell’affrontare le principali esigenze del territorio isolano negli anni dei loro mandati, è auspicabile che la gente prenda coscienza ancora una volta (e scusate se sono ripetitivo) che tutto ciò non ha nulla a che vedere con il tanto sbandierato “bene del Paese” e che sin da maggio sarà ora di cambiare registro.
*Capogruppo Consiliare di Minoranza – Ischia