E’ tempo di Programmi e di dire cosa si vuole fare per Ischia…
di Luigi Telese – Ischia Nuova
Un Sindaco ed un’ amministrazione dovrebbero collocare al centro della loro azione lo sviluppo economico del Paese; dovrebbero preoccuparsi innanzitutto di creare occupazione e ricchezza per i cittadini sia attraverso la realizzazione di opere infrastrutturali (un nuovo porto turistico ad Ischia Ponte, il depuratore sulla Collina di S. Pietro, eccetera) sia attraverso un’ incisiva azione di amministrativa e di bilancio (esame della pratiche di condono per avviare l’ economia reale del Paese).
Invece in questo quinquennio Giosi Ferrandino ha rinunciato ad essere protagonista ed artefice dei processi di sviluppo del Paese, “delegandoli” a qualche “facoltosa” famiglia di imprenditori locali. E questo sebbene ne avesse avuto l’ occasione, non solo per l’ ampio consenso elettorale, non solo per le tante intelligenze elette, ma soprattutto per la sistemazione dei conti operata ad inizio mandato da chi è stato Assessore alle finanze, alla chiusura di fatto del dissesto, al pareggio di bilancio con le Aziende partecipate: azioni finanziarie che ben avrebbero consentito una gestione della spesa pubblica finalizzata a creare occupazione e sviluppo.
Dopo i Sindaci precedenti che hanno saputo inventare e caratterizzare l’ economia del nostro Comune (creando nuova occupazione e nuovo lavoro) vi è stato l’ assoluto fallimento in tema di Giosi Ferrandino; la prossima Amministrazione comunale dovrà preoccuparsi del problema dell’ occupazione (soprattutto giovanile), e quindi impegnarsi a dar vita a nuove forme di sviluppo. Infatti la prossima Amministrazione ed il nuovo Sindaco dovranno considerare la crescita economica come un loro reale obiettivo, proponibile in modo impegnativo anche a livello locale; e non limitarsi (come ha fatto – malamente ! – l’attuale Sindaco) ad interpretare il “governo del territorio” esclusivamente con la “politica dei ciclamini” (che subito seccano e non lasciano nulla dopo la sfioritura, se non i costi esorbitanti e triplicati del loro acquisto): veramente oggi Ischia è più vivibile di cinque anni fa !? A leggere le cronache quotidiane non sembra proprio: il problema della depurazione, dei trasporti a terra ed a mare, i condoni e l’ edilizia privata, la mancanza di fogne e di progetti infrastrutturali come un porto turistico, il completamento della Scuola Rodari sono solo alcuni dei grandi temi in cui è stato assente Giosi Ferrandino e che hanno oggettivamente frenato lo sviluppo economico (e sociale) di Ischia. Ora lo sviluppo del Paese (come, in che direzione, con quali protagonisti) dovrà preoccupare in via prioritaria la nuova amministrazione che gli Ischitani andranno ad eleggere, e questo per evitare gli errori di questo sindaco, della sua rissosa maggioranza, troppo spesso silenziosa comparsa delle scelte amministrative del “capo”: in questi cinque anni nel dimenticatoio è finito lo sviluppo possibile della nostra comunità, facile oggetto di scambio per oligarchie imprenditoriali (che hanno spadroneggiato in lungo e largo proprio durante il mandato di Giosi), interessi di bottega, o comunque scarsamente influenzato dalle scelte amministrative. Sicchè ora il sindaco Giosi si attarda in interventi televisivi (senza contraddittorio) nel vano tentativo di giustificare le sue poche (e discutibili) scelte per la Piazzetta S. Girolamo (distrutta per far spazio ai tavolini dei bar limitrofi), sulla sistemazione dei fiori nelle aiuole, sulla collocazione di lampioni (spesso inutili) e servizi (minimali) offerti al cittadino.
Invece è necessario che la nuova Amministrazione dica (fin dal suo programma elettorale) quale debba essere lo Sviluppo futuro per Ischia, cosa intenda fare dei beni comunali abbandonati (lo Spalatriello, il Polifunzionale, l’ area sottostante il Mercatola stessa casa Comunale sono solo dei tragici esempi), di come si intenda combattere il problema dell’ occupazione che interessa fortemente i nostri giovani. A ben vedere i marciapiedi rifatti non creano di per sè occupazione e sviluppo, a meno che non facciano parte di un progetto globale che riguardi l’ economia della nostra comunità, progetto e “visione” che sono completamente mancati a questo attuale sindaco. Su questo punto un governo locale può e deve intervenire. Ed è in base a questi risultati che deve chiedere di essere giudicato e votato un Sindaco, non per la manutenzione ordinaria (che rappresenta un suo OBBLIGO MINIMALE, non certo un punto di favore !). Nè può essere un vanto per un’ Amministrazione seria aver messo i ciclamini nelle fioriere, aver sistemato qualche pilomat e ad un costo elevatissimo ! Altrimenti, a cosa dovrebbero servire un Sindaco ed un’ Amministrazione !? Per la manutenzione basta un tecnico comunale, una squadra di manutenzione, non certo un Sindaco o Dirigente !
Non è possibile affermare che un’ amministrazione ha successo solo se è capace di rendere più “bella” la città. A ben vedere in questi anni è restato completamente assente dai programmi politici e dai bilanci svolti (ma anche dal dibattito pubblico) il vero problema, quello dello sviluppo (economico e sociale) della nostra comunità, la creazione di occupazione e di ricchezza, di quali processi economici e di sviluppo avviare, in che modo e con quale tempistica. Anzi i riferimenti all’ economia, quando non si limitano ad esercizio retorico, vengono spesso utilizzati per ribadire l’ importanza della qualità della vita. Ora, l’ importanza della vivibilità nelle aree cittadine, sia di per sè sia in quanto produttrice di ricchezza, è cosa assodata. Ma è insufficiente. I nostri figli non potranno certo mangiare i “cazzimbocchi” collocati su qualche tratto di marciapiede ! Occorre che l’ amministrazione locale svolga un’ azione di ampio respiro fondata su una scelta esplicita in direzione dello sviluppo. Allo stato invece colpisce l’ assenza di uno sforzo teso ad individuare caso per caso, zona per zona quali sono le leve su cui intervenire, quali i protagonisti sociali e le forze economiche da coinvolgere, quali i tempi da rispettare. Molti amministratori attuali sembrano rassegnati ad incidere in maniera del tutto marginale o – addirittura – per nulla sui destini economici di Ischia, quasi che dovessero essere solo gli imprenditori (e gli albergatori …, o meglio una famiglia di albergatori) a provvedervi. E questo quando tutti gli addetti ai lavori dichiarano che la globalizzazione non ha ridotto i margini di manovra a livello locale. Anzi, mai come oggi risaltano le differenze tra territorio e territorio, città e città, tra comune e comune: la crisi degli stati-nazione è stata accompagnata dal venire in primo piano delle specificità locali e comunali (ciò vale sia per le grandi città che per piccoli comuni, specie se con una economia turistica avanzata quale quella di Ischia). Nè vale sostenere l’ impotenza dell’ amministrazione per una presunta assenza di strumenti legislativi e di dotazioni finanziarie idonee: basta considerare le occasioni che l’ Europa direttamente o attraverso le Regioni ha generato per sgomberare il campo da questo modesto ragionamento. Dopo che sono state perdute o sperperate decine di milioni di finanziamenti sarebbe più giusto parlare di grande occasione mancata. In realtà assai spesso le potenzialità interessanti ed i finanziamenti regionali non vengono sfruttate a pieno: lo dimostrano la mancanza di progetti avanzati dal Comune di Ischia. Le risorse finanziarie disponibili o sono state perse o sono state spese male ed indirizzate solo in minima parte verso obiettivi di sviluppo economico (al fine di creare occupazione e benessere). Ovviamente nessuno possiede da solo, oggi, l’ autorità e la competenza per un simile progetto. Il punto di partenza è rilanciare Comune per Comune (specie in termini di Isola d’ Ischia) il confronto sullo sviluppo che crei soprattutto lavoro e quindi occupazione, anche mediante la creazione di una Società di Trasformazione Urbana (STU) sovraccomunale, partecipata dai Comuni Isolani (sarebbe l’ Ente di Valorizzazione Ischia del Terzo Millennio). L’ Amministrazione locale dovrebbe poter diventare il centro di sviluppo e di raccordo delle iniziative e di stimolo per i programmi per i diversi soggetti isolani (i commercianti, gli albergatori, i termalisti, …). Solo intorno ad un progetto condiviso possono coagularsi le forze necessarie a incidere sulla collocazione competitiva del Comune e dell’ Isola di Ischia. Infine bisogna comprendere che stazionarietà è uguale a declino (proprio per la costante “sfida” tra le varie località turistiche di Italia, per la prossima apertura di Bagnoli quale centro turistico e balneare). Queste sono le tematiche su cui deve confrontarsi chi si propone “alternativa” dell’ attuale amministrazione, per formare un progetto che rappresenti una proposta sulla quale chiedere il consenso ai cittadini. Su questo occorre avviare un dibattito serio. Il resto sembra solo lotta per il potere!