Ischia: vocazione al turismo …mistico, tra bestemmie dietro e omertosi lamenti davanti al sipario del teatrino dell’assurdo! Tra presunzione vuota, arrogante ignoranza e logiche omertose.
di Ignazio Castagliuolo
E… guardà un po’: da ieri (18.7.2012) niente schiume e mucillagini, ed almeno per 48-72 ore (?).
Le giornate ideali per le analisi Arpac (interventi di fatto pubblici o su singole richieste)?
Miracoli ischitani che si ripetono con regolarità dopo l’evidenza pubblica di storture vergognose del “sistema paese Ischia”. E non c’è caldo che tenga! Se non fosse una grottesca tragedia che Ischia vive in modo continuativo e crescente in modo esponenziale negli ultimi decenni, sarebbe una patetica e ridicola farsa, condita con i classici ingredienti isolani di quel 30% di società che esprime la classe dirigente: presunzione vuota, arrogante ignoranza e ..logiche omertose.
Le amministrazioni locali isolane devono procedere al censimento degli scarichi a mare chiudendo ad horas quelli abusivi, riparare le proprie condutture, realizzare un depuratore inter-isolano, controllare continuativamente gli scarichi autorizzati. Dopodichè si proceda in danno ai gradi amministrativi superiori. De Laurentis? Ha ragione. La classe dirigente deve assumersi le proprie responsabiltà, che sono però colpe rispetto alle semplici responsabiltà di una opinione pubblica sempre più condizionata nel consenso. E d’altronde mica possiamo sempre credere che le nostre scelte politiche debbano essere condivise ed acclamate nonostante l’oggi: ad un politico eletto l’opinione pubblica deve chiedere conto ed il conto non può essere questo, almeno per la buona società isolana. D’altronde fare turismo significa accettare il giudizio di milioni di persone che da decenni ci criticano e ci abbandonano. De Laurentis sindaco? Atto di presunzione di una classe dirigente che ritiene che oltre essi non possa esistere alternativa se non al di fuori di essa stessa o per una società fatta di “figli di…”: si valorizzasse invece la buona impresa e la buona società isolana oggi messa all’angolo. Una economia, una società e una cultura al collasso vittima della grande speculazione che vuole la miseria perché la miseria costa poco. Costa tutto poco in miseria: imprese costrette a chiudere, lavoro, dignità etc..
Una cosa..un lamento almeno ci siamo per fortuna risparmiati. Negli anni passati: stelle degli alberghi; crisi del settore commercio depauperato; occupazione, sottoccupazione, sfruttamento e disoccupazione; inquinamento e munnezza; preture, trasporti e sanità etc.. tutto dipendeva dal fatto che non avevamo rappresentanti in Provincia e Regione oppure dal Comune unico (una idea destruttura e semplicemente revisionistica come potere nelle mani di poche persone ..illuminate)..
Mia opinione che il caso Ischia non sia un caso. Anzi che la rotta tracciata da 20-30 anni dalla stessa classe dirigente di oggi (non solo politica) sia stata perfetta per arrivare al punto di oggi.
Mia opinione è che invece per quello che hanno dimostrato e per quello che oggi l’isola dimostra e prova, devono recedere..senza se e senza ma, aprendo alla società migliore isolana che rappresenta la maggioranza rispetto ad una cospicua minoranza, però chiassosa e compatta nel tutelare interessi fuori tempo che trovano luogo solo a Ischia.
Ora basta! Cambiare significa rompere ogni rapporto di continuità col passato e se non si cambia porteranno il 99% degli isolani alla fame!