Il 26 ottobre presso il Tribunale di Napoli – Sezione distaccata di Ischia, si è tenuta la prima udienza del processo che vede quale imputato l’ex Assessore del Comune di Barano d’Ischia Andrea Arcamone.
Il processo, scaturito da una querela da noi sporta per le minacce subite durante il Consiglio Comunale del 10 luglio 2010, è nelle cure del Giudice Carbone che, prima ancora di istruire la causa con le dovute prove, ha invitato le parti a trovare una conciliazione dando termine fino al 21 dicembre per un accordo.
Un invito rivolto alle parti in via preliminare per decongestionare il ruolo giudiziario, trovando una soluzione transattiva, con conseguente rimessione della querela, alle cause aventi ad oggetto reati cosiddetti “minori”, quali possono essere quelle derivanti da minaccia verbale.
Una minaccia, però, che in tal caso è stata fatta da un Consigliere comunale nonché Assessore nei confronti di cittadini inermi e durante la seduta del pubblico Consiglio.
A tale invito del Giudice, il nostro legale, presente in giudizio, ha aderito al fine di consultarci onde arrivare ad una decisione condivisa e per darci modo di riunirci al fine di valutare se percorrere o meno questa strada che porterebbe ad un accordo risarcitorio.
Ebbene la decisione è stata unanime e concorde: non intendiamo aderire alla conciliazione perché non abbiamo alcun interesse economico alla soluzione della causa ma un interesse puramente civico affinché comportamenti del genere da parte di un Assessore nei confronti di cittadini non rimangano impuniti o anche solo sanati da un risarcimento che non ci interessa. Non sono certo i soldi il nostro obiettivo e tantomeno spicciolo giustizialismo nei confronti di una persona come Andrea Arcamone, verso il quale non nutriamo alcun astio. Ma è per noi intollerabile che un pubblico amministratore si rivolga con fare sì minaccioso nei confronti di cittadini che semplicemente intendevano riprendere una seduta del pubblico consiglio comunale anche perché legittimati da un parere esplicito del Garante della Privacy e forti delle norme del TUEL e della Costituzione.
E per rispondere ad alcuni articoli pubblicati dalla stampa locale, dove a tratti veniamo descritti come provocatori che abusano del regolamento comunale, sottolineiamo che tale processo nulla ha a che vedere con la legittimità o meno delle riprese del Consiglio, per la negazione delle quali abbiamo adito il Garante della Privacy da cui abbiamo ricevuto una prima sommaria risposta (Protocollo 466 del 11.01.2011 che conferma la legittimità del nostro operato in caso di mancanza di espressa disciplina da parte del Regolamento comunale. E si sottolinea che il regolamento del Comune di Barano d’Ischia nulla prevede al riguardo, nonostante la stessa ripresa del Consiglio comunale con diffusione tramite sito istituzionale sia stata inserita come punto programmatico-elettorale dall’attuale maggioranza baranese. La stessa che ci ha aggredito e che continua a non mantenere quanto promesso su questo argomento. Al netto di queste considerazioni, nulla può legittimare espressioni come quelle utilizzate e gli atteggiamenti violenti dell’allora Assessore Arcamone.
Continueremo il nostro processo pronti a qualsiasi verdetto, seppur dovesse essere blando o addirittura avverso. Ma non lasceremo che sia un risarcimento a risolvere una questione di principio e di diritto che riguarda il rispetto del cittadino da parte delle istituzioni.
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