comunicato stampa – Il riconoscimento ufficiale, alla presenza del capitano di fregata, sabato 1 febbraio alle 12,00 in municipio alla presenza di stampa e cittadini
PROCIDA – Un gesto significativo, un riconoscimento doveroso anche perché attribuito a chi ha saputo coniugare umanità con professionalità. Il Comune di Procida sabato prossimo alle ore 12, nella casa municipale di via Libertà, premierà il medico Filippo La Rosa. Un nome che forse ai più dice ben poco, ma che invece ha rivestito un ruolo fondamentale e di primaria importanza nella vicenda che ha visto i marittimi dell’isola di Arturo imbarcati sulla Savina Caylin, prestare supporto sanitario e psicologico, così come al resto dell’equipaggio che fu artefice di una vera e propria odissea che a un certo punto fece anche temere per la loro sorte. Ora, a distanza di due anni, l’amministrazione comunale di Procida, nella persona del sindaco Vincenzo Capezzuto, ha predisposto una targa ricordo a riconoscimento del sostegno sanitario praticato a favore dei membri della Savina Caylin, ed in particolare dei procidani, in occasione della liberazione dai pirati somali. Il Comune ed il primo cittadino hanno avviati contatti con il dott. La Rosa ed hanno avuto la sua disponibilità per la sua presenza a Procida. L’evento, naturalmente, sarà aperto alla presenza della stampa locale ma anche della cittadinanza, che potrà così tributare un pubblico ringraziamento per l’opera svolta. In una nota indirizzata anche al competente ministero, il sindaco Capezzuto ha comunicato la sua volontà di premiare il capitano di fregata La Rosa sottolineando che “le cure prestate ai marittimi hanno permesso il superamento dello stress emotivo e fisico a cui tali marittimi sono stati sottoposti”. “Si tratta di un riconoscimento simbolico da parte di tutta la comunità isolana – ha detto Vincenzo Capezzuto – che ha condiviso il dramma di questi marittimi durante i lunghi mesi di prigionia. Sarà l’occasione per dimostrargli quanto la nostra gente lo abbia apprezzato e non lo abbia dimenticato. E’ il minimo che potessimo fare, davvero”.