Una lunga storia per un grande Avvenire.
di LUCIANO VENIA
La Storia di Ischia è fondamentale per governare il sistema turistico. Abbiamo convocato il Dibattito dal titolo “Turismo: Un progetto globale per l’isola del Futuro” Venerdì 4 Marzo all’Hotel Re Ferdinando al Porto per chiamare le energie migliori della economia e della società, della cultura e dell’ impresa e i cittadini tutti, specialmente i giovani, a fare una sorta di punto nave, comprendere dove siamo nell’itinerario dello sviluppo e indicare alle istituzioni le criticità, i problemi, le esigenze e soprattutto le urgenze per vincere la competizione dell’Avvenire.
Ischia deve il suo sviluppo ai pensatori e agli amministratori che dal 1930 in poi hanno individuato le potenzialità di questa terra circondata dal mare e hanno puntato su un verbo che include e veicola un grande programma ancora attuale: valorizzare.
Nel 1930 ad iniziativa di Vincenzo Telese – poi divenuto Sindaco ed amministratore per un arco temporale di circa 20 anni (dal 17 novembre 1946 al 4 gennaio 1965) , alternandosi con un altro grande Sindaco del passato, Vincenzo Romolo, – nacque l’ufficio del Forestiero.
E’ stato quello il primo mattone nella costruzione di quella “Ischia Nuova” che riscosse il plauso del Podestà dell’epoca, Jacono. Ma solo dopo la nascita del Comune Unico voluto dal Fascismo nel 1938 questo disegno cominciò ad articolarsi in modo più concreto, tanto che nel 1939 nasceva l’Evi, l’Ente per la Valorizzazione dell’isola d’Ischia. Una grande Idea del governo romano che pose le basi per ciò che sarebbe accaduto dopo la guerra poiché come è evidente il conflitto rallentò ogni progetto turistico.
Già nel 1930 comunque, Ischia totalizzava 125.000 presenze turistiche, mentre dieci anni dopo, l’anno dell’inizio della seconda guerra mondiale, le presenze erano già raddoppiate a 250.000 circa.
Come disse un esperto del turismo il Prof. Vittorio Amedeo Caravaglios in una conferenza trenta anni dopo “è più facile scindere un atomo che scindere Telese dal destino turistico di Ischia.”
E infatti a capo dell’Evi nel 1965 arriva proprio il Sindaco Vincenzo Telese.
Egli il 27 novembre 1943 dava alle stampe il primo numero di Ischia Nuova con un motto che è un programma che ancora reca la sua validità: Valorizzare le ricchezze naturali dell’isola.
Nell’editoriale del primo numero del giornale, Waschimps (che era stato Sindaco per breve periodo attorno al 1950) il titolo eloquente fu : “Prepararsi”. E nel secondo numero quel giornale lanciava l’idea della formazione di un Comitato di Studio per i problemi immediati e mediati dell’isola (carenza di acqua, problema della fame della popolazione, trasporti da e per il continente) proponendo che i membri del comitato andassero a gestire anche l’Evi dopo la caduta del Fascismo con quello che il costituzionalista Paolo Barile nel suo manuale di Istituzioni di Diritto Pubblico chiamò il colpo di Stato del 25 luglio 1943. Telese di fronte a una terra povera e priva di collegamenti e infrastrutture primarie e con la mancanza di un ospedale (ricordiamo che esisteva solo una clinica privata (guidata dal Dottor Debello) al Corso Vittoria Colonna, all’altezza del palazzo Ruopoli e gli interventi come i parti delle donne talora si tenevano sui tavolacci delle case private; mentre “l’erogazione dell’acqua potabile era avventurosa e discontinua” con le donne e i ragazzi in fila per ore ogni giorno alle fontanine spesso dando luogo a disordini e liti. Non è un film è la nostra storia !
Telese era tanto convinto di convertire dall’agricoltura al turismo questa terra, che fu chiamato “il pazzo di Ischia” dal giornale Il Tempo in un suo memorabile reportage. Ma aveva ragione lui. Con le buone e con le cattive fece comprendere le esigenze dello sviluppo. Aveva capito, l’oro era il turismo.
Ischia era sempre stata povera. Con molteplice ondate di emigrazione verso le americhe nell’ottocento e nel novecento ed infatti ancora oggi in Argentina e negli Stati Uniti ci sono larghe “colonie” ischitane con insediamenti rilevanti in California o a Mar del Plata e Buenos Aires.
Nel 1912 la fame era tremenda. Ad aggravare le costanti problematiche di sovrappopolazione, carenza idrica, carestia, economia di mera sopravvivenza ispirata all’autoconsumo di prodotti agricoli e pescato aveva contribuito la Catastrofe di Casamicciola del 1883 e quelle precedenti e successive (terremoti premonitori, alluvione del 1910 per esempio) non solo per vittime e rovine assolute ma per bloccare per decenni l’isola (la scossa aveva colpito gran parte del territorio) nella emergenza sociale.
Casamicciola che era stata una delle località turistiche più note al mondo già all’epoca fermava la sua corsa. Trenta anni prima era stata aperta la nuova bocca del Porto con la Foce Antica che permetteva però il riciclo delle acque, un bene comune da difendere e riattivare offrendolo alla libera fruizione in quanto bene di valore inestimabile.
Fu Ischia PORTO la nuova Atene del Turismo. A Partire dagli anni trenta.
Da quel momento la cavalcata della bellissima Ischia divenne inarrestabile, prima sopperendo alla mancanza di energia elettrica – a volte erogata solo 4 ore al giorno e in poche zone dell’isola e sostituendovi il cavo sottomarino con un investimento di 60 milioni di lire dell’epoca dopo una storica ed epica missione a Roma dai ministri e dai funzionari statali- del solito Telese a ciò delegato da tutti i sindaci (nel frattempo nel 44-45 si era tornati ai sei comuni) di Ischia e Procida.
Il problema dell’energia elettrica doveva risolversi dapprima con una società che doveva sfruttare le risorse endogene ma alla fine il progettò sparì e così si punto la rete subacquea.
L’incontro nella Capitale si tenne il 12 novembre 1947 con Ministro dei Lavori Pubblici, Umberto Tupini. Questo fu l’antefatto della elettrificazione dell’isola.
Quanto invece alla situazione idrica, Caravaglios nel 1967 affermava che “Nell’isola manca ogni manifestazione sorgentizia di acqua veramente potabile, e manca ogni falda d’acqua dolce. Un tempo erano solo le cisterne d’acqua piovana a dissetare le popolazioni. Poi e sembrò un grande progresso, vennero i rifornimenti da Napoli, mediante le navi cisterna.” Al disagio di questa carenza fondamentale si aggiungeva l’impossibilità di un vero e permanente sviluppo. E addirittura nel febbraio 1947 il Ministro della Marina tramite quello degli Interni e quindi del Prefetto comunicava al Sindaco di Ischia che le navi-cisterna a disposizione erano appena sufficienti a fronteggiare le esigenze militari e che, pertanto, il rifornimento dell’acqua all’Isola doveva effettuarsi con mezzi privati. Caravaglios ricorda che la storia per realizzare la condotta sottomarina di acqua corrente è fatta di umiliazioni e di tenacia. Nella pubblicazione dell’Evi del 1967 si ricorda che la deliberazione per la costruzione dell’acquedotto fu presa nel ’51 dal Comitato Ministri per il mezzogiorno ed il primo progetto di massima venne approvato a giugno ’53: era prevista l’adduzione di settanta litri al secondo; 15,6 per Procida; 54,4 per Ischia.
“Il Progetto esecutivo veniva presentato il 21 aprile 1956: queste sono le pietre miliari della rinascita di Ischia.” Nell’esecuzione dei lavori l’adduzione era stata portata a 105 litri al secondo (81,6 per Ischia, 23,4 per Procida), “una spesa di due miliardi e trecento milioni di lire in totale, con settantamila giornate operaie di cui 3400 per palombari e sommozzatori.”
E il 9 novembre 1958 sul Piazzale Aragonese di fronte al Castello, punto di arrivo della condotta, “il getto dell’acqua che veniva dal continente si elevò a 40 metri come in un inno di vitalità.”
Nel 1950 già si contavano 750.000 presenze turistiche e nel 1960 si giunse al milione. Nel 1966 già si superava il milione e mezzo di presenze anche per la nascita di strutture ricettive.
Erano sbarcati i grandi imprenditori Marzotto e Rizzoli ed avevano sviluppato Ischia e Lacco Ameno.
Nel 1955 il Comune di Ischia aveva perfezionato un accordo per concedere la realizzazione del Jolly Hotel oggi Re Ferdinando; e “in cambio” vi era stata tra l’altro la sopraelevazione del palazzo delle Terme e del Comune in via Iasolino. Dopo trenta anni bisognava poi retrocedere le Terme al Comune e nel corso degli anni aggiornare i canoni prefissati. Vi fu una questione perché nel 1985 le attrezzature dovevano essere funzionanti mentre nacquero opposizioni e furono allora i consiglieri del Movimento Sociale Italiano a condurre una battaglia in favore dei diritti del Comune. Ciò detto va precisato che nel 1949 vi erano solo 28 tra alberghi e pensioni in tutta l’isola; mentre al 31 dicembre 1966 si contavano 129 esercizi alberghieri con 2.582 bagni. Vi erano all’epoca 3385 camere con 5276 letti inoltre si contavano gli affittacamere autorizzati con 1726 alloggi censiti ed 11.746 letti; e nei periodi di carico eccessivo, entrano in lizza un numero imprecisato di alloggi occasionali.
Ma le presenze turistiche si componevano nel 1966 in questo modo: negli alberghi 9,66 giorni di permanenza per ospite contro quella di 2,21 giorni a Napoli, 4,16 a Capri, 3,15 di Sorrento. La presenza negli esercizi extra-alberghieri per villeggiatura raggiunge una media di 24 giorni fra le più alte in Italia (a Capri di 20 giorni). “Traducendo in cifre, e mantenendo i calcoli in una ragionevole spesa media giornaliera di 6-8 mila lire a testa (del 1966 NdA), si può affermare che l’apporto del turismo a Ischia ha già superato i dieci miliardi di lire (dell’epoca) all’anno.
Nel 1967 al Cinema Excelsior si tenne il Convegno patrocinato dall’Evi sul tema: “Venti anni di costante progresso dell’isola di Ischia” con una prolusione di Telese e la conferenza di Caravaglios poi data alle stampe, e dalla quale attingiamo largamente per questo intervento.
A cinquanta anni di distanza, ho voluto –insieme a tanti imprenditori e intellettuali – organizzare un altro Convegno proprio nelle sale storiche dell’ex Albergo Jolly per tracciare una continuità ideale e programmatica con le vecchie generazioni di cittadini e amministratori ischitani.
Il punto di connessione è ancora quel verbo che orientò i primi pionieri del turismo: Valorizzare !
Ancora oggi dobbiamo custodire le bellezze della nostra isola e valorizzarle salvando quanto più è possibile di paesaggio, beni archeologici e storico-artistici, terra, risorse idriche, spiagge, coste, verde e mare.
Ecco perché ho indicato quale tema del Convegno del 2016, mezzo secolo dopo l’incontro del Cinema Excelsior, “Turismo: un progetto globale per l’isola del futuro. Una Proposta per Ischia.”
Ho proposto ai partecipanti di approvare una serie di ordini del giorno, di mozioni e di risoluzioni incartandovi le esigenze, le istanze, i bisogni del sistema civile ischitano onde farne mappa, programma e memoria da consegnare alle istituzioni dello Stato per rispettiva competenza proprio registrando il decadimento delle classi dirigenti politiche e la crisi del sistema locale.
Altrove ho enumerato le cause di questa crisi che si somma alla crisi globale e a quella del Sud Italia e preferisco invece guardare avanti, puntando alla ricerca delle più ampie convergenze, alla unità di intenti e realizzare un nuovo lungo e prospero periodo di sviluppo.
Già nel 1967 il relatore del Convegno al cinema Excelsior così si esprimeva: “Niente ormai, Signori, può soffocare il turismo: solo a volte la politica lo può, non soffocare, ma opprimere; e solo allorchè la politica sia dominata da diffidenze, da ostilità, reciproche o no.”
Frase profetica o sempre valida.
Ma qui siamo oltre le polemiche poiché il fallimento di intere generazioni di politica locale è un fatto incontrovertibile.
Qui bisogna superare polemiche e divisioni, ritrovare il comune sentire, riannodarci alla storia che con consente salti e cesure, tutta la storia appartiene a un popolo e ricostruire, far rinascere la superba Ischia che ha ancora immense possibilità abbinando alla bellezza della sua natura la forza della sua cultura e di una sapiente ed efficiente organizzazione turistica con un management accorto, valido, affidabile, esperto.
Già nel 1943,- al rovesciamento del Fascismo per opera del Re a seguito del voto del 25 luglio sul documento firmato da Grandi che metteva in minoranza Benito Mussolini e chiedeva al Monarca di riassumere il comando delle forze armate,- Ischia Nuova, il giornale di Telese nel numero 15 lanciava un appello alla pacificazione e alla concordia perseguendo la distensione verso quanti avevano rappresentato il fascismo sull’isola. Quello stesso appello alla unità nell’interesse superiore dell’isola lo rivolgo io oltre cinquanta anni dopo a tutto il personale politico vecchio e nuovo e alle nuove elites di pensiero che si accingono a prendere il potere decisionale per voto democratico.
Un appello alla formazione di una nuova classe dirigente colta, onesta, capace, aperta, sensibile, serena e forte per affrontare gli enormi problemi che attanagliano la popolazione e le imprese.
Mi permetto di indicare alcuni campi operativi ed argomenti da discutere e da trasformare in provvedimenti amministrativi e/o in scelte di autonomia imprenditoriale auspicando un rapporto sempre più armonioso e interconnesso tra la sfera pubblica e la libera impresa col suggello e il valore aggiunto delle classi intellettuali e delle professioni. Ecco un programma strategico
La qualità del mare che impatta su stagione balneare, nautica da diporto, pesca etc. Ciclo integrato delle acque con sistemi e servizi di scarico e depurazione in linea con gli standard di qualità, igienico-sanitari e rispondenti alle norme dell’ordinamento;
La difesa degli arenili e delle coste con azioni di ripascimento, “coltivazione”, valorizzazione, attrezzamento con servizi e infrastrutture; mantenimento degli arenili a libera fruizione ma dotandoli di un corredo di servizi (bagni, docce, pulizie, aree giochi etc.)
La difesa del territorio, del verde e del paesaggio;
La valorizzazione delle Terme e del Mare;
La Custodia e la libera fruizione dei luoghi simbolo: Foce Antica del Porto, Torrione, Musei, Monte Epomeo, Torrione, Sorgeto etc.;
La Tutela dei Beni Comuni con una azione serrata di guerra alle appropriazioni indebite;
Una adeguata assistenza medica alla popolazione e agli ospiti;
Una efficiente rete di comunicazione sull’isola migliorando i servizi e riducendo l’impatto ambientale con la lotta a congestione del traffico, inquinamento dell’aria nei centri abitati e la lotta all’inquinamento acustico e luminoso perseguendo l’obiettivo di una vivibilità totale in armonia con il carattere turistico della destinazione Ischia;
Tornare Stazione Turistica di livello mondiale orientando tutte le politiche pubbliche al Turismo con la ottimizzazione della spesa pubblica eliminando sprechi e duplicazioni realizzando un cartellone unico degli eventi massimizzando la resa degli investimenti in promozione;
Un moderno sistema di trasporto a prezzi in linea con i modelli globali di prezzo e con alta qualità all’insegna di puntualità, sicurezza e rapidità fissando con leggi e regolamenti parametri e standard.
Valorizzazione dei prodotti tipici, dell’artigianato locale, dei mestieri tradizionali;
Al Centro porre la Persona quale Sovrano e non suddito del sistema;
Una politica Sociale ai sensi degli articoli 2, 3, 18, 21, 36 41 e 42 della Carta Costituzionale;
La selezione di una classe dirigente esperta e innovativa con un forte senso etico;
Ogni azione di sviluppo finalizzata allo Sviluppo Sostenibile;
Spazio ai Giovani;
Patto Sociale tra Capitale e Lavoro per tendere alla massima occupazione degli isolani nel settore del turismo nel rispetto delle norme dell’ordinamento;
Istituzione dell’Istituto per la Storia, la Tradizione, la Valorizzazione dell’isola d’Ischia che abbiamo già messo in cantiere ed in parte realizzato.
Con questo arioso programma strategico andiamo a Convegno VENERDI’ 4 Marzo 2016 per continuare il lavoro che altri prima di noi hanno saputo fare unificando tutti queste linee strategiche in un progetto globale per l’isola del futuro: Una Proposta per Ischia.
LUCIANO VENIA