di Gennaro Savio

Il 23 marzo del 2009 fu una delle giornate più tristi e funesti in assoluto. Non solo per me, ma per l’intera comunità dell’isola d’Ischia che con l’improvvisa e prematura morte di Domenico Di Meglio, perse un importantissimo punto di riferimento. E più passano gli anni, più ci si rende conto dell’enorme eredità giornalistica e sociale che ci ha lasciato. Fondatore del primo quotidiano italiano a diffusione mirata, fu anche direttore del quotidiano napoletano “La Verità”. La mattina nella redazione napoletana e il pomeriggio in quella di Fiaiano. Un impegno continuo fatto di enormi sacrifici che lo vedeva impegnato di giorno e di notte e che, soprattutto, no ha mai conosciuto soste. Penna straordinariamente pungente, attraverso i suoi editoriali, “Sussurri&Grida”, con coraggio e generosità non ha mai esitato a scontrarsi frontalmente con i rappresentanti del potere dominante quando c’erano da difendere gli interessi dei più deboli. E secondo il mio modesto parere la testimonianza più importante che potesse lasciarce, e di cui dobbiamo fare tesoro, sono sicuramente i valori, straordinariamente espressi attraverso la sua intensissima attività giornalistica, della solidarietà e dell’amore viscerale per la propria terra, politicamente saccheggiata, da sempre, dal potere politico dominante che si sentiva il padrone dell’Isola più bella del mondo. Proprio allo stesso modo di come accade oggi… Sono tanti gli aneddoti che potrei raccontare, io, che ho avuto la fortuna di crescere, giornalisticamente parlando, all”ombra di due immense colonne come Domenico Di Meglio e mio padre Domenico Savio. E uno di quelli che ha lasciato in me un segno indelebile, è la premiazione di miglior giornalista dell’anno che volle attribuirmi nel 2007, dua anni prima della sua scomparsa. Un giorno, quello, che ricordo con grande affetto e di cui allego la foto. Paradossalmente forse l’unica che ho assiema a Domenico. Appresi con sorpresa, della notizia del premio attribuitomi, leggendo il suo giornale e pensai ad un errore non avendo all’epoca ancora conseguito il tesserino di giornalista. Lo chiamai e non gli nascosi il mio imbarazzo anche perché precedentemente erano stati premiati colleghi appartenenti a testate giornalistiche di carattere nazionale: “Domè, io ti ringrazio, ma non penso di meritare un premio dedicato ad una categoria di cui non faccio neppure parte ufficilmente”. Nemmeno il tempo di terminare la frase che dall’altro capo del telefono, con tono roboante Domenico sentenziò. “xxxxx tu sei un giornalista sul campo non come tanti altri scribacchini cagasotto, e capit o no?”. Il significato delle x iniziali può intuirlo solo chi conosceva bene Domenico e sicuramente gli scpperà un sorriso… Lo confesso. Così come ho già ripetuto lo scorso anno, forse solo dopo la sua morte ho ben compreso dell’importanza di quel riconoscimento che conservo gelosamente tra le cose a me più care. Ciao Caro Domenico, il tuo ricordo rimarrà indelebilmente scolpito nel mio cuore! Voglio ringraziare il figlio Gaetano N Di Meglio che mi ha invitato al ricordo di Domenico che si terrà stamattina presso la Scuola “Mennella” e a cui parteciperò con immenso piacere.