Libere considerazioni – ISCHIA – Nonostante stipendi profumati ai dirigenti, il Comune di Ischia continua a perdere le cause in tutti i tribunali e finanche in Corte di Cassazione. In tal modo, viene accertato in maniera inconfutabile che, soprattutto, in materia tributaria il Comune continua nella sua azione vessatoria nei confronti dei cittadini richiedendo tributi e somme spropositate e comunque non dovute.

Con le sentenze n.24539-23915 e n. 23679 del 2020 la Corte di Cassazione ha respinto tre ricorsi del Comune di Ischia contro sentenze della Commissione Tributaria Regionale che già avevano dichiarato nulli gli accertamenti. Cosa pretendeva il Comune con gli accertamenti annullati? Che i cittadini pagassero l’ICI con le rendite catastali aumentate dall’Agenzia del Territorio prima dello loro notifica? Secondo loro, prima che l’Agenzia aumentasse le rendite catastali, i cittadini contribuenti dovevano pagare l’ici calcolandola sulle nuove rendite, anche se nessuno mai le aveva aveva comunicate loro? Sembra assurda questa situazione ma è il modo di operare costante del Comune che sforna accertamenti assurdi sperando che il cittadino non faccia ricorso.  Ma questa volta al comune è andata male.

L’ente è stato condannato dalla Cassazione a pagare anche consistenti spese di lite, che si aggiungono a quelle della Commissione Regionale, della Commissione Provinciale ed ai compensi che deve pagare ai suoi legali. E chi paga questa spese legali causate dalla incapacità amministrativa del sindaco Enzo Ferrandino e dei suoi dirigenti? Ovviamente i cittadini di Ischia  con le loro tasse. Il sindaco, invece di spendere le somme che preleva dai cittadini con le tasse, le spreca in inutili e costosi contenziosi sottraendole alla pulizia ed al decoro del paese, alla manutenzione degli immobili ai servizi sociali per aiutare i più deboli. La colpa, però, è sempre degli ischitani che hanno votato questi amministratori, i peggiori che Ischia abbia mai avuto.