L’esecutivo programma una riapertura scaglionata che dovrebbe far tornare tutti gli alunni in classe entro la metà di gennaio. Sull’isola, l’EAV srl, l’unico vettore di trasporto pubblico, quale piano straordinario dovrà seguire, secondo il protocollo Stato-Regioni, per evitare mezzi pubblici saturi negli orari di punta?

di Ennio Anastasio

De Luca non vuole riaprirle, le scuole, almeno non tutte per il 7 prossimo di Gennaio, altre Regioni sembrano discuterne in base ai colori giallo, arancio e rosso, altre ancora  dichiarano di avere il piano già pronto, ma di certo la data fissata dall’esecutivo, con la spinta dell’Azzolina, sembra essere proprio il 7 di questo mese, il giorno dopo l’Epifania, come tradizione comanda. E se la Campania con De Luca  vuole prima verificare la situazione epidemiologica nei giorni tra il 3 e il 5 l’esecutivo vuole rimettere in classe almeno il 50 per cento degli alunni delle superiori per salire gradualmente alla quasi totalità per la prossima metà di questo mese. Scaglionamenti degli ingressi, orari modulati e prescrizioni anti-contagio da seguire con scrupolo attraverso i Presidi degli istituti a far da sentinelle e a mettersi sulle spalle diverse responsabilità per attuare tutti i provvedimenti necessari a garantire sicurezza ed evitare infezioni da Covid nella loro scuola. Insomma l’obiettivo è chiaro: si vuole riaprire le scuole senza incorrere nel rischio di doverle poi richiudere per una ripresa del contagio, un film già visto e da evitare. Ma il discorso, lo sappiamo bene, perché lo abbiamo seguito e masticato, non riguarda  l’ambiente scolastico, di per sé sicuro e controllato ma i mezzi del trasporto di massa, che in particolare per noi, abitanti di un’isola, sono rappresentati da un unico vettore pubblico: gli autobus dell’EAV srl . Ed allora non possiamo che chiederci: che accordo è stato stilato per il nostro trasporto urbano ed in particolare scolastico, se tra pochi giorni avremo migliaia di ragazzi in strada che dovranno raggiungere quotidianamente gli istituti, ai quali sono iscritti, nei diversi Comuni dell’isola?

Un unico vettore di trasporto: che piano di viabilità è stato studiato per l’accesso alle scuole?

Riportare i ragazzi a scuola è sicuramente una priorità, ma i mezzi di trasporto dovrebbero viaggiare nei prossimi mesi con una capienza ridotta al 50 per cento della loro portata, come suggerisce il Comitato tecnico scientifico, per ridurre il più possibile il tasso di Rt. Il che significa  avere molti più autobus a disposizione per fornire una risposta adeguata al fabbisogno di utenza che si evolverà nei prossimi giorni. L’intervento dei Prefetti dovrà sciogliere il nodo trasporti ed ottenere un cambio di passo anche prevedendo accordi con società di noleggio, ma a pochi giorni dalla riapertura non appaiono notizie confortanti, ed i Sindaci dell’isola non si sbottonano affatto su argomenti di così tale interesse, limitandosi agli auguri di buone festività, che saranno anche graditi, ma che, ahinoi, non ci permettono di capire un’acca su quella che sarà, o almeno dovrebbe essere una riapertura programmata e sostenuta da una mobilità pubblica adeguata. Beh, in realtà una notizia, non proprio confortante, possiamo dirla noi ed è quella che deriva direttamente dalla Ministra dei Trasporti la quale ha confermato in un’intervista dello scorso dicembre che le Regioni hanno quasi diecimila mezzi di trasporti aggiuntivi da mettere in strada nelle prime ore del mattino ma che non saranno sufficienti se non si allargherà, e di tanto, lo scaglionamento scolastico. E di quel poco sufficiente che c’è -aggiungiamo noi – sull’isola non è apparso, in questi giorni, un rafforzamento in termini di nuovi o comunque funzionanti bus che dovrebbero costituire uno degli elementi cardinanti per riaprire il mondo scuola e abbandonare, finalmente, la didattica a distanza. Insomma, con un trasporto pubblico che sulla nostra isola va già in tilt nei mesi estivi, si preannunciano all’apertura scolastica corse limitate e affollate e c’è sicuramente da aspettarsi che migliaia  di genitori decidano, a giusta ragione, di condurre i loro figli a scuola utilizzando la propria automobile superando così l’anello debole del sistema. Con orari differenziati, poi, saranno davvero tante le famiglie che dovranno accompagnare almeno due figli in istituti diversi ed in orari di turno diversi, con tutte le conseguenze di una viabilità dettata da un fiume di auto in strada. E saremo di nuovo qui a parlare del traffico sull’isola, delle troppe auto che ci sono, degli automobilisti ritenuti persone troppo “pigre” ed ancora di chiudere di qua e di là perché bisogna usare le bici e improvvisarsi  “green” a tutti i costi. Nella realtà dei fatti manca un piano straordinario di viabilità e, auguri a parte, nessuno ci ha comunicato a cosa andranno incontro gli studenti che potrebbero essere nuovamente esposti  alla trasmissione del virus sui mezzi di trasporto per i quali si rende necessario garantire al più presto lo stesso grado di sicurezza che si ritrova nelle aule scolastiche.

Chi controllerà mascherine e distanziamento sui mezzi di trasporto?

Non è soltanto necessario rimodulare le frequenze dei bus sulle linee potenziando il parco autovetture ma occorre controllare che vi sia osservanza delle norme durante il tragitto che può diventare anche abbastanza lungo se pensiamo che dal Comune di Ischia a quello di Forio, con tutte le fermate previste, si rasenta quasi la mezz’ora. Se come prevista, la capienza sarà fissata al 50 per cento su ogni singolo mezzo di trasporto, e si potrà rispettare il metro di distanza durante gli spostamenti, ma chi controllerà il flusso dei giovani passeggeri che una volta giunti in istituto andranno a sedersi in un banco monoposto mentre potranno adottare all’esterno, con molta probabilità, un comportamento più “libero”? non dimentichiamo che nella prima apertura scolastica post-lockdown dello scorso settembre non sono di certo mancate testimonianze di studenti in merito ad un distanziamento blando e ad un uso non corretto delle mascherine da parte di molti altri. Anzi, uscire di scuola per il ritorno a casa, rappresentava un ritorno alla libertà, dopo un rispetto ferreo delle norme nelle ore scolastiche. E’ comprensibile e giustificabile, ma intanto saltano tutti gli standard di sicurezza ed è inutile, veramente inutile adottare in aula il metro buccale, indossare la mascherina, disinfettare spesso le mani con il gel quando poi nel percorso casa-scuola i controlli sono poco incisivi ed è tutto, o comunque quasi tutto affidato al senso di responsabilità dei giovani adolescenti, che, per quanto possano sforzarsi di essere corretti, possono anche incorrere in comportamenti pericolosi dettati dall’ingenuità della loro giovane età. Non si possono evitare gli autobus se si riaprono le scuole, ma essi vanno utilizzati con il rispetto delle norme anti-covid. Potranno i nostri Sindaci, con l’utilizzo della Polizia municipale, dare una mano in questa direzione?

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