Si ritorna a spingere la leva dell’acceleratore sulla pericolosissima superstrada trasformata poi nelle ore notturne in una vera pista per potenti moto che sfrecciano ad una velocità pazzesca.
di Ennio Anastasio
Se si volessero aumentare in modo incisivo i controlli sulla sopraelevata ad Ischia, lo Stato, attraverso le forze dell’ordine e della polizia municipale potrebbe incassare nel giro di poche ore, con le giuste sanzioni, diverse migliaia di euro, ritirare un buon numero di patenti appartenenti ad altrettanti incoscienti e soprattutto salvare delle vite umane. Per noi che desideriamo ricordare a tutti quanto la vita sia preziosa e come sia importante difenderla, per poterla vivere sino in fondo, sembra davvero strano riuscire a capire perchè, su quella che viene da anni definita la “strada della morte”, non vi siano controlli stringenti che potrebbero evitare nuove storie di vite spezzate, di famiglie distrutte dal dolore, di devastanti cronache luttuose. Nella mattina di questo caldo 14 agosto percorriamo questa importante arteria stradale dalla rotonda della ex Piaggio diretti verso i pilastri ad una velocità media di circa 42 km orari, quando dopo poco più di un minuto di marcia una giovane scooterista provvede al sorpasso della nostra auto ad una velocità stimata di circa il doppio della nostra, ovvero tra gli 80 e i 90 km orari ed appena pochi secondi dopo un’auto della corsia opposta sorpassa a grande velocità chi gli è davanti, andando quasi a cavallo delle due strisce che dividono le corsie di marcia. In pochi minuti siamo diventati i testimoni di alcune gravi infrazioni che alimentano la giusta opinione di ritenere la sopraelevata una delle strade isolane con il maggior numero di incidenti, molti di questi mortali, causati dalla velocità eccessiva e purtroppo anche dalla mancanza di controlli.
Appuntamento nella notte per i bolidi lanciati a velocità folli
Nella notte a chi non è mancato di ascoltare cosa accade sulla superstrada che viene trasformata in una vera pista per le moto di grossa cilindrata? Sfrecciano ad una velocità pazzesca, lanciando nel vuoto delle prime luci dell’alba i ruggiti dei potenti motori mentre sferzano l’aria come dei proiettili e lasciano i brividi ad un sussulto iniziale. Si avvertono con estrema nitidezza nella loro puntualità notturna e sembrano quasi inseguirsi. Il ruggito si allontana, ma poi eccolo di nuovo, altre moto potenti sopraggiungono all’appuntamento e sono pronte a sfidarsi su quella che viene considerata una vera pista, sono pronte a spingere i motori al massimo e ad effettuare sorpassi azzardati. Accade ogni notte e molti dei lettori sanno bene cosa significa affrontare di faccia una motocicletta che ti arriva nella corsia opposta ad una velocità pazzesca. In quei momenti ti rendi conto di quanto sia sottile quel filo di demarcazione tra la vita e la morte e ciò avviene in una manciata di secondi scanditi da un boato ma che sembrano lunghi un secolo e che ti fanno pensare perchè queste persone, a cavallo di quella moto, possano attentare alla tua vita e passarla franca solo perchè i controlli sulla ss 270 sono quasi inesistenti o comunque avvengono di rado. Questa gran voglia di sfidare la morte pur di prendersi una “botta di adrenalina” è avallata dal fatto che sembra facile scappare al controllo della legge ed i numeri parlano chiaro: dove abbiamo notizia che l’adrenalina ricercata nella folle velocità abbia condotto al ritiro della patente? dove sono i sequestri di questi bolidi spinti al massimo della velocità? domani sarà lo stesso, e così anche il giorno dopo e quello ancora dopo: gli assurdi e assordanti ruggiti ci assaliranno di nuovo perchè si è fatto e si fa troppo poco per sradicare un fenomeno attecchito su quella strada che può dirottare in pochi secondi il nostro futuro e non ci stancheremo mai di ripeterlo perchè rappresentiamo quella stragrande parte di opinione pubblica che legittimamente rivendica sicurezza e quindi regole e controlli stringenti.
Quel lenzuolo bianco disteso sull’asfalto
Era quello che ricopriva il corpo del giovanissimo James Velsmali in un caldo e terribile pomeriggio di un agosto di appena due anni fa. Una vita stroncata ad appena sedici anni da un impatto violentissimo di un’auto che non gli ha lasciato scampo su quella strada funestata da eventi tragici. L’immediata reazione si è avuta sui social per chiedere il rispetto della velocità, assidui controlli, sanzioni pesanti, autovelox, ritiro della patente ai velocisti della superstrada. A due anni di distanza siamo qui a chiedere nuovamente ed insistentemente di evitare un ennesimo incidente mortale su quella pericolosa statale ribadendo il fatto che servirebbero, oltre ai controlli, degli interventi strutturali di rilievo mentre ad oggi sono stati posti in essere soltanto alcuni accorgimenti come la doppia striscia continua e un rilevatore di velocità che si attiva al passaggio dell’automobilista. Accorgimenti che non sono sufficienti, che sono al pari dell’aggiungere dei suppellettili sul ripiano di un mobile che scricchiola dal di sotto. Non serve, occorre ripararlo. La sopraelevata è quel mobile che ha ricevuto degli ” abbellimenti”, forse per dire: “abbiamo fatto qualcosa” ma non serve placare gli animi di un triste passato quando poi non si progetta un futuro diverso. La sopraelevata necessita di un’operazione seria di umanizzazione e quindi di una protezione guard-rail tra le corsie e di una rotatoria nella sua parte terminale alta che indirizzi le auto evitando così scontri tra chi si immette nelle sue corsie, che comunque vanno separate. Sarebbe il caso di testare con tecnici ed ingegneri stradali questi suggerimenti? di porre finalmente un freno alla morte e di dare respiro al bene prezioso della vita?