Nel Comune di Ischia da anni risultano abbandonate ben due edicole che occupano spazi diventati indecorosi e ricettacolo di immondizia. Il degrado ma anche il pericolo nel parcheggio della Chiesa di Sant’Antonio e in via Morgioni, ma nessuno sembra occuparsene.
Di Ennio Anastasio
Non ce ne voglia il grande e amato Vasco per aver preso in prestito il titolo di una delle sue belle canzoni per indicare quelle che purtroppo sono due autentiche “zozzerie” sfacciatamente ancora presenti lungo le strade del Comune d’Ischia e delle quali, sembra proprio, che nessuno se ne voglia occupare. Eh ….. già – come canta il Vasco – ben due edicole, la prima nel parcheggio retrostante la Chiesa di Sant’Antonio, e l’altra in via Morgioni nei pressi del Polifunzionale, sono rimaste là, abbandonate, con le loro saracinesche chiuse ed ossidate diventando con il passare degli anni, dei veri relitti urbani contribuendo così in maniera significativa ad una forte deturpazione in termini di decoro del territorio urbano, tra l’altro, prevalentemente a vocazione turistica. Molti lettori ricorderanno quando le due edicole, più comunemente chiamate “chioschi dei giornali “ erano attive e in pieno esercizio, e quanta gente si fermava presso di esse per ritirare il quotidiano o la rivista che preferiva scambiando quattro chiacchiere con lo stesso edicolante, ma questo è uno spaccato di vita ormai consegnato al passato, che dire, una vecchia fotografia del Novecento superata con l’avvento di Internet e la conseguente rivoluzione della comunicazione verso il digitale e quindi da una società sempre più fluida, oggi abituata a leggere le notizie direttamente sugli smartphone e sui tablet mettendo così in profonda crisi l’editoria della carta stampata. Le due edicole isolane, così come altre centinaia sul territorio nazionale, hanno chiuso i battenti per i margini irrisori di guadagno ed è dunque finito un mondo, un pezzo di storia, ma intanto restano quei manufatti commerciali diventati fatiscenti e indecorosi, dei quali, probabilmente, non si paga più nemmeno il canone di occupazione del suolo pubblico pur insistendo su aree che palesemente sembrano appartenere all’Ente comunale. Ma non vogliamo entrare nella materia tecnica, nelle questioni tributarie e nelle pendenze di inattività che prevedono le ordinanze di rimozione da eseguire da parte del vecchio concessionario che gestiva l’attività, non è questo il nostro compito. Il nostro, è quello di chiedere, da queste colonne, e pubblicamente: cosa si farà in futuro per questi due vecchi baluardi arrugginiti e fatiscenti che rappresentano una vera frustata nei confronti del decoro urbano compatibile agli standard di un Comune capoluogo come quello di Ischia? ed inoltre: la classe dirigente che attualmente amministra il territorio comunale ha previsto un piano di rimozione per liberare quegli spazi che possono essere destinati ad altri utilizzi a favore della collettività? di seguito spieghiamo nel dettaglio i motivi che legittimamente fanno nascere le nostre domande
Edicola nel parcheggio retrostante alla Chiesa di Sant’Antonio
La chiamiamo ancora “edicola” ma in realtà, alle spalle della prestigiosa Chiesa di Sant’Antonio edificata nel 1225 e impreziosita al suo interno da pregiati marmi policromi, insiste, nel retrostante parcheggio comunale, questo cubo fatiscente del quale si possono notare vecchi adesivi scoloriti e spelacchiati oltre a diverse lamiere che alla base sono arrugginite. Una struttura che, nel suo perfetto squallore, è quanto di peggio si possa incontrare lungo la strada che dal noto bar “la Violetta” conduce verso le spiagge del Comune d’Ischia. Oltre ad una situazione di abbandono e degrado visivo questo manufatto presenta due problematiche in termini di incolumità per i pedoni che si trovano a transitare nelle sue vicinanze e che intendiamo segnalare. Il manufatto risulta ancora collegato elettricamente ad un palo di luce dove è fissato un contatore Enel all’altezza di circa un metro dalla sua base e la guaina di unione e di protezione risulta spezzata in un punto facendo emergere due cavi elettrici allo scoperto che insistono quasi al suolo. Sono in corrente attiva quei cavi elettrici ? e dunque rappresentano un pericolo per l’incolumità pubblica? L’altra problematica è invece rappresentata da una pedana mobile in ferro ormai deformata e tagliente posta nella parte esterna alla porta di ingresso che viene da anni sballottata un po’ qui e un po’ là, in base agli urti che riceve dalle ruote delle auto, arrivando in punti dove ci si può facilmente ferire. Per tali problematiche, riguardanti l’incolumità andrebbe immediatamente indirizzata un’operazione di tutela a favore della collettività.
Edicola in via Morgioni nei pressi del Polifunzionale
Anche per questa, utilizzare il termine “edicola” è ormai qualcosa di improprio perché oramai e purtroppo da anni, la visione è quella di un vero relitto urbano pronto a provocare danni alle persone, cominciando dalla struttura della tenda apribile, logora e traballante, telo stracciato, anzi ridotto in brandelli, la stessa sembra spezzarsi da un momento all’altro per cadere verso il suolo. Serrande chiuse e arrugginite, imbrattate dalle scritte dei soliti bombolettari che hanno avuto la fortuna di non vedersele crollare addosso, la vecchia carcassa è “adornata” al suo esterno da grossi pannelli in plexigass che oscillano paurosamente allo sferzare dei venti impetuosi dell’inverno, mentre dei macigni posti ai due lati di essa dovrebbero probabilmente rappresentare la “soluzione” alla sua stabilità e veramente non si sa se ridere o piangere di fronte a questa sorta di provvedimenti fatti in casa e del tutto originali. Nel frattempo l’incuria la fa da padrone e le erbacce aumentano sempre di più e c’è anche chi si avvicina per potervi scaricare, furtivamente, un po’ di calcinacci che sono avanzati dalle sue opere edili. Diciamola tutta, un relitto urbano del genere sarebbe diventato ben presto, in una realtà fuori dall’isola, un probabile rifugio per quelle persone girovaghe e senza fissa dimora, magari per passarci la notte o viverci addirittura stabilmente.
Quando partirà l’operazione di rimozione?
E’ spiacevole a dirsi ma, andare avanti così, a fari spenti, facendo finta di non accorgersi di quello che è invece sotto lo sguardo di tutti, induce la stampa ad assumere il suo naturale ruolo di cane da guardia per i cittadini perché la realtà, appunto, non si può celare e molto spesso è sempre tenacemente sgradevole e non è vero che ci si abitua sempre a tutto perché le soluzioni ci sono ed è ora di tirarle fuori mentre invece ci si dovrebbe spaventare di questo continuo rimandare che non trova alcuna giustificazione ma che di certo sottolinea abilità. Già, lo dice anche il Vasco nella sua canzone : “ ci vuole abilità!” Noi siamo qui a scriverlo e a documentarlo perché non si possono allungare i termini di situazioni del genere diventate indecorose e alquanto pericolose quando invece occorre restituire spazi pubblici e decoro. Ed invece la storia di queste due ex edicole abbandonate, sembra essere davvero diventata un vero techetechetè che si prolunga da anni e se da un lato non è piacevole lanciare il sasso nella piccionaia, dall’altro, se vogliamo rendere veramente Ischia più bella, occorre chiedere, lo ripetiamo, a questa classe dirigente quanta volontà riponga al suo interno per liberare il territorio da queste strutture orrende e ormai inutilizzabili destinando quegli spazi alle esigenze dei cittadini, soprattutto dei più deboli e meno fortunati e quindi nuovi stalli riservati alle persone disabili ma anche stalli con fascia bianca dei quali la cittadinanza ha realmente bisogno.