Luciano Venia scrive “Gli indifferenti. Non penso al romanzo di Moravia (Nel romanzo Moravia riesce a rendere con perfetto realismo le meschinità e le ipocrisie di una società, come quella della borghesia, inautentica, convenzionale, sdoppiata falsamente da ciò che ciascuno pensa e da ciò che viene detto in un clima di costante menzogna- da wikipedia) ma a una ampia ed estesa categoria di soggetti, persone fisiche ma non solo anche per esempio enti, che di fronte ai problemi, ai soprusi,alle ingiustizie restano inermi e inerti. Vigliaccamente silenziosi e proni al volere e alla violenza dei potenti siano essi politici o imprenditori. Silenziosi in modo vile e indecoroso quando vengono cancellati i diritti alla vita, alla salute, a un alloggio per tutti, al lavoro per tutti, a trasporti efficienti e a costo basso, al diritto di tutti all’accesso alla rete, ai servizi sociali, al credito, alla illuminazione e al riscaldamento, alle cure riabilitative, alla istruzione, alla pensione, a sussidi di sostegno per i poveri.
Ignavi, dunque che è il termine solitamente attribuito alla categoria dei peccatori incontrati da Dante Alighieri nell’Antinferno, durante la narrazione fantastica del suo viaggio nel regno dell’oltretomba all’interno della Divina Commedia.
Essi sono aspramente descritti nel Canto III dell’Inferno.
Questi dannati sono coloro che durante la loro vita non agirono mai né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte;Dante li inserisce qui perché li giudica indegni di meritare sia le gioie del Paradiso, sia le pene dell’Inferno, a causa proprio del loro non essersi schierati né a favore del bene, né a favore del male. Sono costretti a girare nudi per l’eternità inseguendo una insegna – che corre velocissima e gira su se stessa – punti e feriti da vespe e mosconi. Il loro sangue, mescolato alle loro lacrime, viene succhiato da fastidiosi vermi. Dante definisce queste anime come quelle di peccatori “che mai non fur vivi” (da Wikipedia). Indifferenti furono anche nell’Antigone di Sofocle coloro che non trovarono di insorgere contro la negazione dei diritti naturali come quello ala sepoltura dei morti. Ignavi furono quelli che restarono a guardare la persecuzione razziale senza fiatare per propria convenienza. Ignavi quelli che alle manifestazione a favore delle guerre gridano più forte confidando essi di non andare al fronte. Ignavi coloro che videro salire al Golgota Cristo e tra essi a gridare più forte “Crocifiggetelo erano anche i beneficiati dal Cristo”.
Luciano Venia – Atlante – Gli indifferenti