Metanizzazione choc. La Cpl nella bufera. Riportiamo un articolo del Fatto quotidiano.
Camorra, il pentito Iovine attacca la coop rossa Cpl Concordia: “Poteva denunciarci”
Il boss dei Casalesi, da poco diventato collaboratore di giustizia, chiama in causa la multiutility del modenese da anni impegnata nella costruzione delle reti e nella distribuzione del gas nel sud Italia. “Mai conosciuto né il signor Iovine né i suoi affiliati”, ribattono dall’Emilia
di David Marceddu | 10 giugno 2014
Sono giornate burrascose a Concordia sulla Secchia, cuore della Bassa emiliana, la stessa zona colpita giusto due anni fa da due terribili terremoti. Qualche giorno fa il nome della cooperativa rossa locale, la CPL, 110 anni di storia gloriosa, un vero gigante nel settore energetico con ramificazioni e affari in tutta Italia e nel mondo, era finito coinvolto nella vicenda giudiziaria del Policlinico di Modena, al centro di una inchiesta dei Nas su presunti appalti pilotati. Ma ora c’è dell’altro: il nome dell’azienda emiliana spunta infatti da altre carte ancora più scottanti. Il boss casalese recentemente pentito, Antonio Iovine, detto ‘o ninno, in una delle prime testimonianze rese davanti ai pm della direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha tirato fuori proprio il nome della Cpl Concordia.
Il 20 maggio scorso, in un interrogatorio andato avanti per tutta la giornata davanti al sostituto procuratore Antonio Ardituro, Iovine a un certo punto ha parlato dei rapporti tra le cosche e gli imprenditori. E qui è spuntato il nome della coop rossa emiliana: “Devo dire che noi abbiamo trovato terreno fertile con le imprese, anche grandi, che venivano da fuori zona e prendevano appalti. Quando ci siamo presentati per esempio a trattare con la Concordia per la realizzazione della rete del gas, abbiamo trovato facilmente un accordo nell’interesse di tutti”. Il riferimento da parte del pentito è probabilmente a uno degli appalti che da diversi anni hanno portato la CPL a distribuire il proprio gas in quelle zone. La coop Cpl è talmente forte e ramificata nelle zone del casertano (è presente tra gli altri posti a Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa), ma anche in Calabria e in Sicilia da avere aperto una società ad hoc, la Cpl Distribuzione, deputata solo a gestire i bacini meridionali. Un territorio minato dalla criminalità organizzata, dove però, a sentire il boss pentito, Cpl avrebbe fatto ben poco per opporsi al sistema: “Dico che la Concordia poteva scegliere di denunciarci – ha spiegato Iovine ai magistrati – oppure poteva rinunciare a quell’appalto per non scendere a compromessi con la camorra”. Poi Iovine durante l’interrogatorio si rivolge al pm: “Mi chiede che cosa sarebbe accaduto se la Concordia avesse deciso di non accettare quell’accordo e di denunciare alle forze di polizia la nostra richiesta di subappalto. Le rispondo che non c’è dubbio che il clan avrebbe reagito male, sia bloccando i cantieri sia provando a intervenire sui sindaci dei rispettivi comuni. Del resto in quel caso io ritengo che la Concordia abbia fatto un accordo a monte con Piccolo Antonio, uomo di Zagaria”.
Ma non è tutto. Il 7 giugno scorso, Iovine è tornato a parlare. Questa volta in aula, in un processo pubblico, quello contro il consigliere regionale Enrico Fabozzi, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. Questa volta non ci sono, come nelle carte degli interrogatori di maggio, degli omissis. I fatti sarebbero gli stessi, ma Iovine, nella sua deposizione in video-conferenza, riportata per iscritto dal quotidiano online Casertace net, li contestualizza: “La metanizzazione riguardava i comuni di San Marcellino, Frignano, Villa Literno, Casapesenna, Casal di Principe, San Cipriano e Villa di Briano. Ci fu un accordo con la Concordia, una società di Modena. Poi decidemmo i subappalti”. Poi il boss conclude: “Io mi accordai (…) per 10 euro al metro per un guadagno di circa 300 mila euro. Questi lavori risalgono al 2002-2003 e durarono qualche anno”.
“Non abbiamo mai conosciuto né il signor Iovine né i suoi affiliati”, rispondono, interpellati da ilfattoquotidiano.it, da Cpl Concordia. “Lavoriamo in Campania dagli anni ottanta, dove abbiamo seguito il progetto di sviluppo della metanizzazione. Tra questi ci sono anche i metanodotti per le isole di Ischia e Procida, ma anche Corleone in Sicilia e altri comuni del sud. Noi riceviamo dai comuni la concessione per la costruzione delle reti, poi affidiamo la costruzione a un appaltatore in regola con le certificazioni tecniche e quelle antimafia. Questo anche nei casi di cui parla Iovine”, proseguono fonti ufficiali della coop che poi spiegano: “Noi abbiamo a che fare con gli appaltatori che, di solito in tutta Italia, scegliamo del posto; non abbiamo a che fare con i subappaltatori. In quella zona noi tra l’altro siamo ancora gestori”. Poi dalla sede di Cpl Concordia ricordano un fatto: “Questi comuni in questione erano rimasti fuori dai progetti di metanizzazione perché considerati a rischio di criminalità: una delle persone che convinse il nostro presidente a spendersi per questi centri fu Lorenzo Diana”.
E qui va aperta una parentesi. Per anni senatore dei Democratici di sinistra, ex membro della commissione Antimafia, Premio Borsellino 2008, minacciato dai Casalesi e sotto scorta da anni, Lorenzo Diana è finito anch’egli nei verbali del neo-pentito Iovine: “Per esempio a San Cipriano – ha spiegato o’ ninno il 20 maggio ai pm – una persona come Lorenzo Diana, che pure ha svolto un azione politica dura di contrasto alla criminalità organizzata facendo parte anche della Commissione Antimafia, ha permesso che noi continuassimo ad avere questi appalti anche quando erano sindaci Lorenzo Cristiano è Reccia Angelo della sua stessa parte politica”. Lorenzo Diana aveva risposto a stretto giro: “Iovine è stato uno dei capi che ha emesso una sentenza di morte nei miei confronti perché davo troppo fastidio alla Camorra e ora sostiene che io l’abbia lasciato fare?”.