dell’avvocato Vittorio Di Meglio
Io ed Angelo ci conoscemmo, più o meno ventenni, lui di poco più giovane di me, in un’estate di tanti anni fa, inizio degli anni ’50 pressappoco, quando le piazze erano ancora luoghi di incontri civili e i giovani le frequentavano per conoscersi tra loro, scambiarsi conoscenze, qualche libro o foglio di giornale, ed apprendere saggezza dagli anziani.
Piazza San Rocco era allora una piccola ma accattivante “Agorà”, dove il Sabato e la Domenica confluivano i giovani dalle altre frazioni del comune di Barano d’Ischia, ciascuno scegliendo il proprio approccio con la cultura: la conversazione itinerante, il cinema, la partita a carte o al biliardo nel “Bar di Benedetto u cafè”, senza trascurare una sbirciatina alle ragazze che si esibivano nel passeggio domenicale, ma avvertivano sempre l’incombente vigilanza a distanza delle severe madri.
Fu in un tale contesto che incontrai Angelo, “forestiero” in visita estiva ai suoi parenti Baranesi. Trovai interessante conversare con lui, che raccontava di altri paesi, quasi altre civiltà, e delle sue incipienti esperienze professionali nel lontanissimo mitico Nord. Milano, se ben ricordo.
Poco per volta conobbi ed apprezzai la persona, la modestia, la generosità, la lealtà. Ne nacque un’amicizia sincera, disinteressata, fatta di stima reciproca e di affetto, che è durata sino ad oggi.
Negli anni ho avuto modo di conoscere anche la sua sensibilità di marito e di padre affettuoso, attento alle necessità materiali e morali della famiglia.
Avviandoci nelle rispettive professioni, sperimentai il suo valore professionale, il cui apprezzamento superò anche la ristretta cerchia insulare, essendo a mia conoscenza che molti professionisti continentali del settore, qualche volta anche mio tramite, ricorrevano al suo aiuto di insuperabile topografo.
Con la sua dipartita ho perso la certezza di un aiuto nelle questioni che abbisognavano della sua professionalità, ma soprattutto un amico di un’amicizia di oltre mezzo secolo.
Mi consola di esserci incontrati qualche giorno prima della dipartita, e ringrazio il comune amico Enzo (il titolare del negozio ai piedi del mio studio) di essermi venuto a chiamare, come d’intesa, quando Angelo si sarebbe recato da lui dopo la parentesi estiva, per quello che, purtroppo, fu l’ultimo saluto.
Avv. Vittorio Di Meglio