di Ennio Anastasio
Gli “stripper” sono già pronti, depilati e tonici,fisicati da un addome scolpito, utile senz’altro ad esibirsi in mille modi per allietare la serata di festa al numeroso pubblico femminile invitato a partecipare ai diversi locali ad imbarazzanti “performance”. Già, la chiamano “festa”, ma è un giorno della memoria dal significato profondo e se il consumismo moderno ha voluto imprimere un significato diverso, è bene ricordare che l’8 Marzo è il giorno nato dalla lotta per i diritti civili, quel giorno terribile del 1908, dove 129 operaie scioperarono nella fabbrica di camice Cotton di New York per protestare contro le condizioni di sfruttamento disumane in cui erano costrette a lavorare, proprio quella fabbrica dove furono bloccate le uscite e dove le stesse trovarono una morte orribile arse dalle fiamme di un incendio appiccato volontariamente . Ad essere onesti, l’8 Marzo viene da tempo e nella maggior parte dei casi, insultato da numerosi spettacoli, quasi da definirsi osceni, organizzati da speculatori commerciali pronti a trasformare una giornata di commemorazione e di ricordo in un festino programmato, con un copione scadente quanto volgare. Ma quest’anno, l’8 Marzo, sarà anche il giorno dedicato alla memoria della giovane studentessa italiana Valeria Solesin, trucidata in modo barbaro da una selva di proiettili quel terribile 13 Novembre scorso al teatro Bataclan di Parigi dagli esecutori dell’Isis . Un incontro bilaterale Italia- Francia con il quale i Premier Hollande e Renzi dedicheranno a Venezia, città natale di Valeria, una giornata nel segno della memoria di quei terribili giorni. Un augurio dunque a tutte le donne ricordando che forse quello del ricordo, dell’amore, è il vero significato di questo giorno particolare che vale cento, mille volte più di uno sparuto mazzolino di mimose.