L’Italia rischia un nuovo periodo di contestazione. La questione grande è difficile è quella dei giovani bloccati. Hanno un blocco totale nell’accesso al lavoro, nell’avvio delle professioni, nel accesso al credito e al mutuo, alla possibilità di una casa e della pensione. I contratti “flessibili” nel SUD sono stati “una catastrofe umanitaria”.
Non c’entra la posizione politica. Preoccupa l’annullamento dei sogni di tre generazioni.
L’APPELLO AL GOVERNO è quello di un PIANO SPECIALE PER LO SVILUPPO E IL REDDITO.
Oggi a livello nazionale e regionale la società paga la grande quantità di debito pubblico accumulato nel mentre la UE vara regole ferree per il rientro e l’allineamento AI PARAMETRI.
Ma la struttura sociale del nostro paese e la crisi globale rendono ancora più amara questa ricetta.
I GIOVANI sono neutralizzati e bloccati al di là di master e specializzazioni.
Ricordiamo che una delle cause effettive dello sbocco illiberale del novecento fu quella lotta di classe al rovescio, per cui quanti scelsero carriere intellettuali finirono malamente retribuiti e scivolarono al fondo della scala sociale. Reagirono non immedesimandosi più con l’assetto sociopolitico.
Quando la razionalità del presente ingabbia e ostruisce il flusso dei sogni e dei desideri è facile che la gioventù insegua l’irrazionale ambizione a una prospettiva rivoluzionaria creduta (spesso a torto) migliore.
La rabbia e l’energia dei giovani sono una Forza inesauribile ed inarrestabile.
Ma questa è sociologia.
In termini politici pur consapevoli della legge della competizione, architrave del mondo contemporaneo e leva di benessere, occorre comprendere che NEL MEZZOGIORNO I GIOVANI DAI 20 AI 50 ANNI sono mantenuti alla periferia del sistema-mondo e dell’economia-mondo per utilizzare categorie neomarxiane, e essendo venuta meno o riducendosi fortemente la portata del sostegno pubblico si dispongono in un’area di disaffezione verso le istituzioni e di potenziale contestazione all’attuale equilibrio ritenendolo per se stessi ingiusto.
Ergo, il rischio a breve termine, oltre le vicende e le appartenenze di destra/sinistra, è quello di un Big One Generazionale, un fortissimo scuotimento sociale innestantesi su episodi marginali, su accidentali eventi marginali e poi in grado di gonfiarsi alle dimensioni di energia e movimento per il mutamento sociale.
I garantiti, i cassintegrati, i lavoratori sottopagati, gli inquilini a reddito fisso, le partite iva in difficoltà con banche e fornitori protestano e contestano ma hanno pur sempre un lavoro, un tetto, una occasione, un momento di realizzazione.
ALLA POLITICA, AL MIO GOVERNO, ALLA CLASSE DIRIGENTE DICO E PREDICO CHE IL BIG ONE, IL TERREMOTO POTREBBE ARRIVARE INEVCE DAL MONDO GIOVANILE.
OGGI DIVISO, INDECISO, NON CONSAPEVOLE. MA IN VIA DI COMPRENSIONE DELL’ESISTENZA COMPRESSA.
A CRESCITA ZERO O A CRESCITA BASSA ,UN PAESE E’ DESTINATO A FIBRILLAZIONI E A FIBRILLARE PER PRIMI E A POTER SCEGLIERE LA VIA DELLA CONTESTAZIONE SONO I NON GARANTITI E LE NON INTEGRATE MASSE GIOVANILI.
L’allarme del Governatore della Banca d’Italia che non ha inteso assolutamente esprimere un giudizio politico ma ha SOLO FORNITO UN DATO SULLA CONDIZIONE DEI GIOVANI che non riguarda questo o quel partito, questo o quell’esecutivo ma è un dato di sistema, è NELLA SUA asciutta concretezza un allarme, un monito e un incitamento a fare molto per perequare e riequilibrare.
L’appello agli amici del centro destra è quello di convocare la CONFERENZA DELLA GIOVENTU’ ITALIANA con in testa il Ministro dell’Economia, i sindaci delle grandi città, l’anci, i presidenti delle regioni, le associazioni di volontariato, IL cnel, il censis e ogni altro fermento sociale.
L’ITALIA HA UN GRANDE BISOGNO DI ELABORAZIONE E DI ANALISI.
occorre UN PROGETTO NAZIONALE PER I GIOVANI, UN PIANO DI SVILUPPO PER IL REDDITO, IL LAVORO, LA CASA E LA FAMIGLIA.

LUCIANO VENIA
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