Gaetano Di Meglio, membro consiglio direttivo ACUII, Associazione per il comune unico dell’isola d’Ischia, scrive: “Quella che Forio si appresta a vivere speriamo sia la prima di un’ultima elezione. Si, l’ultima elezione del sindaco del comune di Forio. E che la prossima volta, sperando questa duri tutto il suo mandato, sia quella del comune unico.
C’è stata una bella partecipazione popolare a questo turno elettorale. 300 candidati, 20 liste: un movimento di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di cimentarsi nell’uso dello strumento più bello che il popolo ha disposizione: la democrazia. Uomini e donne che si sono candidati per il loro paese! Non entro nel merito della vicenda singola, ma vorrei che tutti insieme iniziassimo a comprendere che la condizione attuale, questa del 2018, non è più sostenibile.
Sono convinto che ci sono due linee parallele nella motivazione che sostiene l’urgenza del comune unico. La prima è quella dei vantaggi, della modernizzazione e della unificazione dei servizi. La linea classica, quella che già Enzo Mazzella e Domenico Di Meglio avevano visto oltre 40 anni fa. Poi ce n’è un’altra. Una che nasce da una motivazione diversa: dalla dimostrazione del fallimento, dall’evidenza del reale che deve essere cambiato. Modificato. Stracciato. Buttato.
E il fallimento del reale e dell’evidente non è la divisione dei sei comuni, ma la frammentazione della nostra comunità in sessantamila unità. Un’atomizzazione della nostra società che non riesce a trovare sintesi. Abbiamo vissuto gli ultimi 30 giorni in una campagna elettorale che ci ha proiettati al 1990. Al pre-internet. Al pre-web. Una campagna elettorale che ha avuto come oggetto la storia di Forio di 30 anni fa nonostante le parole e i concetti “usati”.
Si lavora alle prossime elezioni di Ischia e di Casamicciola. Probabilmente andremo a votare la prossima primavera in tutti e due i comuni (e non cambia se Ischia avrà o meno il suo tanto atteso commissario) e, senza il cambiamento strutturale della nostra isola, ci troveremo a dire le stesse parole. A snocciolare gli stessi concetti e a vivere le stesse lamentele perché, oggi, siamo come un cartoncino cordonato: le pieghe sono sempre le stesse.
E con lo spirito sincero di chi crede nella democrazia e nella bellezza del voto chiedo a tutti i panzesi, ai monteronesi, ai tutti quelli della Chiaia, dello Scentone, di San Vito, del “Cierco”, dei “Vicoli saraceni”, della Borbonica, della Spinavola, del Soccorso, di Cava, di Citara, del Cuotto, di Punta Imperatore, di San Francesco, della Marina e di tutte le più piccole zone di Forio di andare a votare.
Di farlo perché possono essere protagonisti della rivoluzione che sta arrivando: l’unicazione dell’isola con la definizione del comune unico. Di votare per l’ultima volta per il comune di Forio e di iniziare a considerarsi parte integrante di un concetto più grande, più forte, più bello, più inclusivo, più unico: l’isola d’Ischia.
Nessuno vi toglierà la vostra storia. Nessuno vi porterà via la vostra tradizione e il vostro orgoglio. Tutt’altro. Sarebbe come dire che l’indaco da solo è più bello di quando si mostra con l’arcobaleno.
I vostri valori, che non sono “solo” vostri, ma che trovano spazio in tutti quelli che sentono di essere arrivati a casa quando l’aliscafo supera Procida e quando la brezza marina racconta dove siamo, sono i valori che danno forza e sostanza all’idea del comune unico. La terza retta delle motivazioni: la ricchezza delle nostre divisioni.
Le differenze tra le nostre comunità, che sono molto più di sei e che meritano dignità una per una, sono numerose. Spesso anche troppo distanti, ma condividono la stessa necessità: sentirsi uniche.
Ischia, di meglio puoi!
Gaetano Di Meglio
Direttore de il Dispari Quotidiano