di Luciano Venia
Tra poche ore comincerà una profonda riflessione nell’area non marxista della politica italiana. Cambieranno definizioni, organizzazioni, persone e programmi, alleanze, obiettivi.
Esistono costanti nella storia dell’uomo e dei popoli che sebbene si rivestano di differenti forme storiche mantengono non solo inalterata la qualità e la pienezza del proprio essere ma heideggerianamente non smettono di parlare alle generazioni future indicando una via (che non imprigiona e non cristallizza l’essenza del valore in una data veste storica) che realizzi il raccorciamento della differenza tra l’equità e l’efficienza.
Questi valori “naturali” che dal decreto di Urukagina alla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo alla CEDU alla nostra Carta nel corso dei millenni ampliati e interpretati sono stati tradotti in legislazione sociale e sono: il diritto alla vita e alla salute; il diritto al lavoro e alla propria realizzazione integrale; l’uguaglianza delle condizioni di partenza per ogni uomo; la dignità; la famiglia; la sacralità della vita e la lotta a ogni imbarbarimento della coscienza con lo slittamento verso l’arbitrio e l’accumulazione selvaggia dell’oro e dei suoi equivalenti nel forziere del singolo deprivando così la comunità intera delle risorse necessarie al suo ordinato funzionamento; la libertà di iniziativa economica senza però che essa diventi sfruttamento dell’uomo sull’uomo; la partecipazione alla gestione della economia nel suo complesso e nella regolazione delle transazioni all’interno dei principi fondamentali; la Nazione come identità culturale, lingua comune, patrimonio archeologico, storico, giuridico, poetico, tradizione; la Patria come Orizzonte e come Area di Senso, Valore Supremo e Luogo di allocazione della forma storica dello Stato; la Bandiera come alto simbolo di coesione e di immedesimazione con il popolo, con il territorio, con la forma storica dello Stato e con i valori recati dalla Costituzione e dal corpus di elaborazioni che una Nazione ha recepito e veicolatio nel corso del suo divenire storico-politico; la Socializzazione come vocatio in Res Publica di ogni cittadino al quale attribuire e conferire mezzi e strumenti idonei alla sua piena funzione attiva e propulsiva nella società nella pluralità di status che gli appartengono; l’intervento necessario dello Stato sopra la libera efficienza dei mercati liberi per garantire azioni di perequazioni e di intervento per la valorizzazione dei potenziali individuali e collettivi e per lo stimolo alle aree economicamente depresse o e soprattutto per garantire livelli essenziali di beni primari e di servizi (energia, ciclo idrico integrato, mobilità e logistica, infocomunicazione, scuola, sanità, abitazione, p.a., cultura e formazione, tutela del patrimonio ambientale, archeologico, storico, artistico e culturale).
Cari amici mi auguro che sorga una riflessione ampia e profonda e ricca di proposte e soluzioni. Abbandoniamo tutti una visione particolare e costruiamo una nuova alleanza libera dalle nostalgie e proiettata verso il futuro che è l’unico tempo per l’uomo.
Vi aiuti la lettura di questo passo eloquente e denso di significato che ci proviene da Jung
…abbiamo lasciato crollare “la casa” che i NOSTRI padri hanno costruito e ora cerchiamo di fare irruzione in “palazzi orientali” che essi non hanno mai conosciuto. Chi ha perduto i simboli storici e NON può accontentarsi di <surrogati>, si trova oggi, è indubbio, in una situazione difficile: dinanzi a lui si spalanca il nulla, da cui si ritrae impaurito, angosciato. Anzi, peggio: il vuoto si riempie di idee politiche e sociali assurde, che si distinguono tutte per il loro squallore spirituale.
Buon lavoro ! Per l’Italia libera, intelligente e prospera.
Luciano Venia – Essere L’Italia su fb- Napoli