comunicato stampa – Sono passati alcuni giorni da quando è avvenuta la purtroppo ormai nota vicenda che ha coinvolto la professoressa Dell’Aria di Palermo.
Ci troviamo di fronte a una gravissima prevaricazione da parte dell’amministrazione scolastica, che, in seguito un’ispezione, non ha esitato, con inaudita arroganza, a sospendere la professoressa. In tutta questa storia sono stati lesi i diritti dell’insegnante, degli alunni e dell’intera comunità di quella scuola.
Come sappiamo, in questi giorni c’è stata la protesta di intere scuole in tutto il Paese, in un crescendo che ha visto un primo momento di mobilitazione condivisa martedì 21 maggio e che ha dato vita al cosiddetto teacher’s pride, durante il quale vengono letti gli articoli 21 e 33 della Costituzione. Per dare ancora più voce alla protesta, i sindacati della scuola, che stanno organizzando presidi in tutte le città, hanno indetto una manifestazione nazionale a Palermo per il prossimo venerdì 24 maggio.
Infine, si sono raccolte oltre 150.000 firme in pochissimo tempo per chiedere la revoca del provvedimento e il reintegro della professoressa, richiesta che poi è stata formalmente portata avanti dal Consiglio Comunale di Palermo, con una delibera votata all’unanimità.
Alla luce di tutto questo ci sembra importantissimo ribadire che quello che succede in una scuola, in una classe, nell’unicità e nella complessità in continua evoluzione della relazione bilaterale insegnante/alunni, è qualcosa che va difeso come un bene prezioso. Per questo la Costituzione garantisce la libertà di insegnamento.
Oggi noi diciamo che, alla luce delle trasformazioni tecnologiche e nell’era dei social network, l’attività nella scuola deve essere ritenuta un dato sensibile e come tale va tutelata, non solo dalla società nel suo insieme, ma dalla legislazione corrente, proprio perché costituisce un bene per tutti, in applicazione dell’art. 33 della Costituzione.
Chiediamo quindi che le forze politiche e tutti coloro che condividono quest’impostazione si facciano carico di avviare un processo in questo senso. Noi per parte nostra ci impegniamo ad approfondire la riflessione in questa direzione e a farci promotori di iniziative su questo terreno.
Come hanno già detto in molti, siamo di fronte a una vera e propria ferita democratica, che non riguarda solo la scuola, riguarda tutti. La scuola in questo momento ha l’enorme responsabilità di portare avanti una battaglia per la democrazia nell’interesse generale.
Per tutte queste ragioni facciamo nostra la richiesta di annullare il provvedimento nei confronti della professoressa Dell’Aria, e invitiamo tutti i colleghi del Cidi ad aderire e a partecipare a tutte le manifestazioni di protesta convocate in questi giorni.
Roma, 23 maggio 2019