Eccellenza Reverendissima, Reverendi Parroci, carissimi Sacerdoti
proprio in quanto laico e rispettoso e promotore della distinzione tra l’imperium e il sacerdotium alla maniera della dottrina di Gelasio riconosco alle Vostre funzioni un ruolo importante nella vita civile e nell’autentica dinamica sociale e culturale della nostra isola.
La Chiesa Cattolica e in generale la visione cristiana del mondo hanno assunto lungo i secoli una fondamentale architrave sulla quale e dalla quale si sono diramati fermenti civili e amministrativi che hanno fatto la storia di un popolo e di una straordinaria comunità.
Non sono solito rivolgermi a coloro che curano le anime per rivolgere loro questioni che attengono invece alla vita civile e politica anzi amministrativa e gestionale.
Ma quando, come nel caso del frettoloso referendum sulla cancellazione degli attuali comuni e la nascita ipotetica di un supercomune risultante dalla fusione delle vecchie articolazioni locali, il responso impatta così fortemente sulle tradizioni e le culture dei luoghi e sulla qualità dell’avvenire è doveroso esprimere dubbi, perplessità e preoccupazioni e deporre un discorso personale e di parte alle mura delle più solide fondamenta dell’essere ischitani costituite dalla cHIESA.
Contesto la fulminea decisione di ammettere a referendum un quesito sullo scioglimento e la fusione dei comuni isolani senza una adeguato e ampio momento di elaborazione e di proposta anche sull’assetto derivante da questa fusione soprattutto in direzione della partecipazione popolare e della conservazione delle identità e delle tradizioni specifiche.
Mi riferisco al fatto che sebbene la legge il Testo Unico Enti Locali all’art. 16 contempli la possibilità, in caso di fusione di comuni contigui, di istituire nel territorio complessivo dell’incorporazione dei vecchi enti, la istituzione delle Municipalità con poteri esecutivi di intervento nelle singole zone (soprattutto nelle ampie periferie collinari), coloro che sono i timonieri della operazione hanno opposto un diniego di chiarezza e di garanzia sostenendo che di questo – cioè il cuore della proposta e del funzionamento della nuova istituzione – dovesse parlarsi DOPO….
Rispetto a questa ipotesi taluni propendono per la sitituzione non dei Municipi che a mio avviso garantiscono ascolto e rappresentanza delle periferie, partecipazione democratica, manutenzione di luci, strade, impianti e assicurazione dis ervizi di base, pulizia e igiene, verde, vigili urbani, anagrafe, ufficio tecnico, protocollo, certificazione anagrafica di fatto abbassando il rango dei Municipi a quello di mero ambito circoscrizionale assai insufficiente, a mio avviso, per una isola complessa e plurale come la nostra ricca di singolarità e specificità passando da 0 a 800 metri di altitudine e contemplando tantissime diversità.
MI pregio di annunciare in modo solenne che dopo ampie riflessioni e preoccupato delle concentrazioni finznziarie ina tto ad Ischia ho scelto di schierarmi simbolicamente a favore del NO AL COMUNE UNICO ed elenco alcune riflessioni a sostegno della scelta.
PERCHE’ ANDIAMO A SCRIVERE NO E INVITIAMO TUTTI GLI AMICI E I LORO PARENTI A DIRE NO AL REFERENDUM SUL COSI DETTO COMUNE UNICO LA ELIMINAZIONE CIOE’ DI FORIO, ISCHIA, BARANO, SERRARA FONTANA CASAMICCIOLA E LA CREAZIONE DEL COMUNE DI ISCHIA
1) Tra chi promuove e chiede di votare SI AL COMUNE UNICO c’è anche la gran parte della politica isolana che ha fallito clamorosamente e rovinosamente la propria missione basti pensare all’aumento e al livello del costo dei trasporti, alla ipotesi della futura cessione della Caremar, al disastro delle scuole, alla sporcizia delle spiagge, al mare inquinato, alle multe a pioggia, alla situazione delle case, alla diffusione della droga, alla disoccupazione, al tradimento dei giovani, ALLA POVERTA’ CRESCENTE, AL SILENZIO VERSO L’AUMENTO DEI GENERI ALIMENTARI, DELLA BENZINA E DELLE ASSICURAZIONI.
1BIS) CHE NE SARA’ DELLA DIOCESI DI ISCHIA CON UN SOLO COMUNE?
1TER) TEMO CHE SARANNO DRASTICAMENTE RIDOTTI I POSTI DI LAVORO NELLA P.A.
2) il Comune Unico è stato già realizzato dal REGIME FASCISTA negli anni 30 ma quella era una società semplice, povera ed erano state sospese in Italia le elezioni libere; e infatti già nel 44 furono ripristinati i sei liberi comuni.
3) LA LEGGE IN VIGORE MANTENENDO GLI ATTUALI SEI COMUNI CONSENTE CON VARIE E NUMEROSE POSSIBILITA’ E AGEVOLAZIONI DI FARE UN SOLO CORPO DEI VIGILI URBANI, UNA SOLA TARIFFA TAXI, UNA SOLA AZIENDA PER I RIFIUTI.
PER FARE QUESTO NON SERVE QUINDI IL COMUNE UNICO MA BASTAVA E BASTA UNA UNICA VOLONTA’ DA PARTE DI UNA CLASSE DIRIGENTE CAPACE, ONESTA, COLTA E CONSAPEVOLE.
PERCHE’ NON HANNO GESTITO IN MODO UNITARIO I SERVIZI COME LA LEGGE PREVEDE? E CHI DOVEVA FARLO? MOLTI DI COLORO CHE CI INVITANO A VOTARE SI. MA LORO CHE COSA HANNO FATTO?
SE NON HANNO VOLUTO RIDURRE LA SPESA COI SOLDI PUBBLICI CI RIUSCIRANNO SE DAREMO LORO UNA “DELEGA IN BIANCO” DICENDO SOLO SI E NO SU UNA COSA CHE E’ LA NOSTRA STESSA VITA, LA NOSTRA VITA, IL NOSTRO FUTURO? NO. NO. NO. NON SIAMO PEDINE DA MUOVERE A PIACIMENTO E YES MEN.
4) STO PROPONENDO DA ANNI CHE IN CASO DI ISTITUZIONE DEL COMUNE UNICO SIANO ALMENO ISTITUITI I MUNICIPI (I SEI COMUNI PIU PANZA TESTACCIO SANGELO COLLINE DI ISCHIA) CHE LA LEGGE NAZIONALE PREVEDE POSSONO (E NON DEVONO attenzione!!) ESSERE CREATI IN CASO DI FUSIONE DI COMUNI VICINI PER GARANTIRE A TUTTE LE ZONE VIGILI URBANI, MANUTENZIONE STRADALE, LUCI ACQUA GAS ETC, RILASCIO CERTIFICATI, PROTOCOLLO PER PRESENTARE PRATICHE, VIGILANZA, NETTEZZA URBANA, MANIFESTAZIONI TURISTICHE E SPETTACOLI, CONSIGLI LOCALI.
MA NON CI HANNO DATO RISPOSTE. VOGLIONO FORSE FARE SOLO LE CIRCOSCRIZIONI CHE HANNO POTERI MOLTO INFERIORI AI MUNICIPI
IO NON ACCETTO QUESTO MODO DI FARE
NON HANNO ASSUNTO NESSUN OBBLIGO VERSO LA POPOLAZIONE. DICONO POI SI VEDRA’. SE NE PARLA DOPO. QUINDI DOBBIAMO VOTARE A SCATOLA CHIUSA? NON MI FIDO, VOTO NO AL COMUNE UNICO.
I MUNICIPI IN PRATICA NEI SEI COMUNI E IN ALTRE ZONE ORA DIMENTICATE E DISCRIMINATE VENIVANO A GARANTIRE UGUAGLIANZA E QUALITA’ DEI SERVIZI E LA PRESENZA DEL COMUNE.
5) IO AVEVO DETTO, VOLETE FARE UN COMUNE UNICO? purche’ secondo la legge vi obbligate moralmente e politicamente a FIRMARE UN DOCUMENTO NEL QUALE PROMETTETE SOLENNEMENTE – promotori del Si, partiti politici, sindaci e consiglieri regionali e provinciali isolani favorevoli al SI – DI PREVEDERE LA CREAZIONE DEI MUNICIPI. NESSUNA RISPOSTA UFFICIALE SE NON INVITI A NON DARE FASTIDIO, POI SI VEDRA’.
6) TEMO CHE I POTERI FINANZIARI DELL’ISOLA DI ISCHIA, IL CAPITALCOMUNISMO, IL COMUNISMO DEI RICCHI E DEGLI AGIATI CHE CONCENTRANO LA GRAN PARTE DELLE RICCHEZZE ISOLANE POSSANO CONDIZIONARE ANCORA PIU’ FORTEMENTE LA VITA POLITICA SULL’ISOLA E QUINDI LE DECISIONI DA ASSUMERE…SE NON SI CREANO MECCANISMI DI DEMOCRAZIA CHE RIEQUILIBRANO UN ACCENTRAMENTO DELLE SCELTE IN CAPO A UN SOLO SOGGETTO (MAGARI UN IMPRENDITORE, UN GRANDE POOL ALBERGHIERO (…) un soggetto forte e non legato politicamente verso la comunità potrebbe vedere le cose in un certo modo diverso da quelle di un sindaco COMMERCIANTE, STUDENTE O operaio. CON SEI COMUNI E SEI CONSIGLI COMUNALI C’E’ POSSIBILITA’ DI DIFENDERE MEGLIO I DIRITTI DEI GIOVANI E LE RAGIONI DELLA POVERA GENTE.
PER IL SI SI SONO SCHIERATI GLI ALBERGATORI, I CAPITALISTI, GLI ARMATORI, I GIORNALI, LA STAMPA,
IO INVECE MI SCHIERO PER IL NO IN PACE CON LA MIA COSCIENZA CERTO DI FARE IL BENE DELLA MIA GENTE.
GIOVANI DIFENDIAMO LA NOSTRA ISOLA E IL NOSTRO AVVENIRE.
BASTA CON IL DOMINIO DI POCHI SU 70.000 PERSONE.
IO CORRO A VOTARE NO!
NO NO NO NO NO NO NO NO
ANCHE UN GRIDO PUO’ PROVOCARE UNA VALANGA
Con questi sentimenti e queste idee nucleari e indicate come traccia e come simbolo di più ampie considerazioni, mi rimetto alla Vostra riflessione e chiedo una parola che dia forza e coraggio alle ragioni della ragione.
Guardando alla nostra società e alla egemonia dell’economicismo e della industria ormai lontana da Dio da tempo rifletto su una Parola che suona come monito e come avviso a tutti i cuori e a tutte le intelligenze: «Ora mentre si trovavano in quel luogo (Betlemme), si compirono per Lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo Figlio primogenito, che avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia perché non c’era posto per loro nell’albergo» (Lc 2,6-7). Gesù nasce fuori Betlemme, perché non accolto nella città degli uomini.
Con filiale devozione,
Dott. Luciano Venia