L’incentivo economico che doveva muovere un’intera filiera di raccolta dell’olio usato domestico presso i supermercati è rimasto soltanto un buon proposito approvato dai sindaci dell’isola nell’assemblea CISI del settembre 2016
di Ennio Anastasio
Il progetto intendeva favorire un cambiamento nel comportamento dei consumatori di olio vegetale, quello, per intenderci, che utilizziamo per la frittura o che avanza nell’insalatiera o dalla scatoletta di tonno e che, in molti casi, finisce negli scarichi domestici. Dunque, l’EVI SpA metteva a punto una strategia operativa con diversi colloqui tra Federalberghi Ischia, la Projeco srl (azienda che si occupa della raccolta dell’olio alimentare esausto) ed i sindaci, allo scopo di redigere una convenzione tramite la collaborazione degli esercizi commerciali della grande distribuzione, che avrebbe invogliato i cittadini a consegnare l’olio alimentare usato, utilizzando un incentivo economico a fronte di un comportamento virtuoso. Nella nota ufficiale dell’ottobre 2016 “oli alimentari usati in cambio di soldi” l’Evi si preoccupava di spiegare la semplicità del meccanismo: ” in sintesi, i cittadini porteranno ai supermercati l’olio usato, recando con sé una fattura idrica allo scopo di identificare un’utenza di riferimento; il supermercato riceverà l’olio annotando il codice cliente e darà immediatamente al cittadino, cash, 50 centesimi di euro per ogni litro e mezzo consegnato; quindi stoccherà l’olio in appositi contenitori forniti dalla Projeco e conservati in spazi interni alla struttura commerciale, da cui poi verrà prelevato dalla Projeco. L’esercizio commerciale, periodicamente, trasmetterà all’EVI un elenco contenente i cittadini (identificati attraverso il codice utente della fattura idrica) che hanno consegnato l’olio, con le quantità ed il rimborso elargito. L’EVI, quindi, provvederà a rimborsare l’esercizio commerciale per le somme anticipate ai cittadini, aggiungendo 20 centesimi di euro per ogni litro e mezzo rendicontato, allo scopo di ristorare l’intermediario per il lavoro svolto. Si partirà,dopo la firma della convenzione, con un periodo di prova di dodici mesi, alla fine del quale tutte le parti effettueranno un bilancio dei costi ed una valutazione del successo dell’iniziativa e sull’opportunità di prolungarla”. Insomma, che dire, una nota roboante, che esponeva un progetto di green economy che avrebbe sensibilizzato e rafforzato una buona pratica ambientale ma che non ha avuto seguito, un pò come la strombazzata “ischia plastic-free” di questa scorsa estate, durante la quale i sei Comuni dell’isola, all’unanimità hanno messo al bando i prodotti monouso alimentari in materiale plastico permettendo un periodo di tolleranza di ben 90 giorni per consentire lo smaltimento delle scorte dai depositi ma che sembra essere soltanto un sogno nel cassetto visto che, ad oggi, bicchieri, piatti e posate monouso di plastica continuano a proliferare sui banchi dei supermercati. Il sistema di raccolta si ferma a pochi contenitori Svanito, almeno per il momento, il sogno dell’incentivo economico, possiamo ben dire che non si è dato nessun altro valore economico al rifiuto, come invece avviene in altre realtà, delle quali, alcune, non sono nemmeno molto distanti da casa nostra. Nella vicina cittadina di Scafati si è pensato, ad esempio, di attribuire un premio di 2 euro in forma di ticket sosta per ogni 5 litri di olio vegetale. Ticket che viene immediatamente consegnato ai cittadini virtuosi presso il centro raccolta, facendo così crescere enormemente lo smaltimento corretto di olio esausto. Sulla nostra isola la raccolta non avviene con un ritmo incoraggiante ed a questo si aggiunge la scarsità dei raccoglitori che andrebbero installati in maggior numero in aree strategiche del territorio. Il comune capoluogo annovera, come si può evincere con grande facilità dal sito – Raccolta oli esausti – Ischiambiente, soltanto tre punti di raccolta: quello in Via Arenella, non proprio facilmente raggiungibile, un raccoglitore situato nel parcheggio di via Leonardo Mazzella ed un altro nel parcheggio di via Michele Mazzella, che sono certamente poco contenitivi per quelle che dovrebbero essere le esigenze di oltre ventimila abitanti stanziali, per non parlare poi del periodo estivo, quando si accolgono migliaia di turisti. Inoltre le piazzole ecologiche in entrambi i parcheggi sono poco curate nell’aspetto estetico, e le vecchie bocche in ferro, completamente arrugginite, sono spesso scambiate per dei baluardi abbandonati, dove l’inciviltà di alcuni (cittadini??) la fa sempre da padrone, visto che viene scaricata con grande facilità sul territorio. Tra l’altro, nel parcheggio Mazzella, quello di fronte al supermarket Conad, il raccoglitore di color blu della Projeco srl, è stato oggetto, da tempo, di un trasferimento, ed infatti, dalla piazzola ben in vista, è attualmente alloggiato contro il muro di cinta della pineta degli atleti e rimane, nella parte alta, imbavagliato con un grosso cellofan nero. Insomma, recarsi ad una piazzola ecologica, per trasferire l’olio vegetale esausto dalla tua tanica al raccoglitore convenzionato, trovare la stessa piazzola invasa da sacchi di rifiuti e mancante dello stesso che nel frattempo è stato trasferito e imbavagliato in tutt’altra zona del parcheggio non è proprio quello che dovrebbe sollecitare quell’importante molla di coscienza ambientale. E’ necessario favorire un cambiamento decisivo Se non si vuole o non si riesce ad incentivare la raccolta degli oli vegetali esausti attraverso l’assegnazione di premi da assegnare ai cittadini bisognerebbe, quanto meno, mettere in campo operazioni di sensibilizzazione per favorire un cambiamento delle abitudini. Andrebbe in primo luogo attivata una campagna di informazione, spiegare ad esempio, che anche solo l’olio di una scatoletta di tonno di circa 60 grammi, introdotto nell’apposita tanica domestica, permetterebbe di raccogliere nel solo comune d’Ischia circa una tonnellata di materiale oleoso pronto ad un corretto avvio al riciclo. Con iniziative nelle scuole andrebbero coinvolti in prima persona gli studenti facendo loro apprendere che una piccola accortezza da parte nostra nella raccolta, permette ad aziende specializzate, presenti in buon numero nel nostro Paese, di attuare processi di recupero dell’olio esausto che può trasformarsi da rifiuto inquinante in bio carburante a bassissimo impatto ambientale per alimentare i motori dei mezzi di trasporto e le macchine agricole ed ancora in materia base per la produzione di saponi. Ovviamente a tali iniziative bisogna far seguire un sistema di raccolta più innovativo e capillare del quale abbiamo veramente bisogno, iniziando proprio con la distribuzione alle famiglie del contenitore domestico per raccogliere l’olio ormai esausto, dare un aspetto dignitoso alle isole ecologiche, ed inoltre convenzionare molti distributori di benzina e supermercati che potrebbero con tutta tranquillità accogliere in un angolino gli appositi contenitori per il ritiro gratuito degli oli vegetali esausti che sarebbero poi prelevati dalla ditta specializzata. Occorre mettere in campo atti concreti che sostituiscano in fretta narrazioni fantasiose e strombazzature varie, di quelle veramente non ne abbiamo bisogno.