Covid-19 sta infestando l’Italia intera, era previsto e annunciato: poveri italiani, povera classe lavoratrice addormentata. I ricchi a Roma protestano e ottengono, i lavoratori continuano ad aspettare la carità dei padroni: svegliatevi dal torpore del potere dominante. Dal governo delle borse e dei mercati solo minimizzazioni, rassicurazioni, niente allarmismi, sistema sanitario carente, elemosine economiche e incapacità di programmazione. Ci resta solo la Rivoluzione Socialista per conquistarci una società più giusta e un’esistenza più umana e dignitosa.

di Domenico Savio*

Come avevamo in tempo utile previsto e annunciato l’Italia intera è sotto la cappa del coronavirus, la popolazione nella sua incredulità e nella sua complicità elettorale, culturale e sociale col sistema capitalistico dominante è presa dal panico del contagio reale, dalla paura di non trovare i generi di prima necessità, dalla preoccupazione del sistema sanitario che non regge all’emergenza e dal dolore, se contagiati, di veder morire innanzi tutto i poveri cari più anziani. La smettano i signori del governo, oggi di centrosinistra come quelli di ieri di centrodestra, di propagandare ed esaltare il nostro sistema sanitario come quello attrezzato per far fronte all’emergenza e che è il migliore di tutti gli altri paesi sviluppati. La realtà, anche nelle regioni del nord meglio attrezzate, li smentisce clamorosamente e ce li mostra bugiardi e ingannevoli, mancano: le mascherine di protezione e quelle che si trovano hanno un costo speculativo proibitivo; i posti letto negli ospedali e nei reparti intensivi e super intensivi, cioè i posti di rianimazione; le strutture attrezzate all’esterno degli ospedali per affrontare la situazione ed evitare che questi vengano infestati dai contagiati; i medici; gli infermieri ed altro personale sanitario.
Abbiamo una malasanità dove i ricchi sfruttatori del lavoro proletario all’occorrente possono curarsi a sbafo, mentre i poveri, i disoccupati e i pensionati non possono farlo adeguatamente, perché impossibilitati a comprare i medicinali che il servizio sanitario non prescrive o pagare visite specialistiche da 100 a 200 euro a baroni della sanità pubblica, che, ben retribuiti, svolgono anche attività privata, cioè visitano nel privato e poi spesso utilizzano pure le strutture pubbliche per i loro clienti privati: si vergognino i governi e i ministri della sanità che hanno e governano l’Italia che lo consentono. Anche perché nel pubblico per una visita specialistica, tra l’altro in genere fatta da assistenti, bisogna aspettare dai due ai tre mesi, mentre il barone della sanità statale la passa privatamente e subito in cambio di laute prebende. Da anni chi opera nel pubblico non dovrebbe esercitare privatamente e viceversa.
Forse i lor signori del potere vogliono dire che il nostro servizio sanitario nazionale rispetto a quelli totalmente fallimentari di tanti altri paesi capitalistici è più attrezzato, ma di certo non in assoluto, non rispondente alle esigenze dell’emergenza che stiamo vivendo e non soddisfacente dei bisogni e delle attese della popolazione. Questo è il tragico risultato di decenni di tagli annuali al settore della sanità pubblica e di mancati investimenti, a partire dalla ricerca, da parte di governi padronali di destra e della sinistra capitalistica dei mercati, delle borse e delle potenti centrali della finanza internazionale con le direttive e la complicità politica diretta della imperialistica Comunità europea. E’ stata sacrificata la sanità pubblica anche sull’altare di quella affaristica privata.
Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista (P.C.I.M-L.), che ho l’onore di rappresentare – Partito che non è presente in parlamento, per incoscienza politica innanzi tutto della classe lavoratrice operaia e intellettiva, per potersi battere con spirito rivoluzionario, mentre lavora alla preparazione della Rivoluzione Socialista, a difesa della salute e di una vita dignitosa delle masse lavoratrici e popolari del nostro paese – da oltre un mese, vista la tragica situazione del virus in Cina e della sua possibile espansione nel resto del pianeta, ha sostenuto che come paese abbiamo le attività industriali, agricole, finanziarie e commerciali per poter vivere per molti mesi autonomamente attingendo solo alle nostre risorse interne, senza preoccuparci di alimentare i profitti parassitari dei mercati, delle multinazionali, del sistema bancario, delle borse e di settori e attività private che perseguono solo interessi di parte fregandone della salute pubblica. Di conseguenza ha chiesto di chiudere le frontiere esterne e di controllare, dal punto di vista sanitario, gli spostamenti interregionali delle persone.
Il governo borghese e clericale di palazzo Chigi non ha voluto ascoltare e negli ultimi giorni neppure valutazioni del genere mormorate per televisione da autorevoli personalità del mondo accademico, continuando a tenere aperte le frontiere e ignorando i trasferimenti interregionali privi di controlli sanitari. La tragica conseguenza è stata che oggi l’Italia tutta è stata attaccata dal coronavirus e non sappiamo quanti contagiati e morti avremo ancora, oltre agli attuali circa 3000 contagiati e oltre 100 morti. Le isole piccole e grandi dell’Italia avrebbero, e dovevano, essere tenute chiuse a qualsiasi pericolo esterno, invece tutti, dalla Lombardia e altrove hanno potuto liberamente sbarcarvi compromettendo la salute delle popolazioni insulari.
Il governo ha dato ragione ai potenti albergatori, agli accumulatori di profitti sulla pelle dei lavoratori, che hanno ospitato nei loro alberghi persino turisti provenienti dalle zone infette delle regioni del nord: vergogna e disumanità senza fine. Così nell’isola d’Ischia abbiamo avuto il primo contagiato proveniente dalla Lombardia, un albergo e il personale sono stati messi in quarantena e non sappiamo quanti altri casi del genere potranno verificarsi. A guadagnare sono i padroni, ma a rischiare in prima persona sono sempre i lavoratori. Anche dopo questo primo contagiato degli amministratori locali del potere romano si sono affrettati a diffondere nuovamente tranquillità e sicurezza nella cittadinanza. Certo ci vuole un coraggio, che ne hanno da vendere quando si tratta di difendere interessi corporativi come quelli dei padroni albergatori, in particolare se sono essi stessi amministratori, con buona pace per quei lavoratori che li hanno pure votato.
Con enorme e responsabile ritardo il governo ha provveduto a chiudere temporaneamente le scuole di ogni ordine e grado e a proibire assembramenti: sono principianti allo sbaraglio avvinghiati dalla politica scellerata europea e nazionale dei profitti capitalistici e imperialistici. Per la chiusura, seppure in ritardo, delle scuole il P.C.I.M-L. chiede al governo immediati aiuti economici alle famiglie e permessi retribuiti ai dipendenti pubblici e privati che devono assistere i propri figli a casa.
In questi giorni la classe padronale italiana, organizzata nelle proprie corporazioni, approfittando della situazione è subito scesa a Roma per chiedere soldi al loro governo, senza mettere mano ai profitti personali realizzati sino ad oggi, il quale ha subito detto sì coi soldi della collettività non pensando prima alla vita di miseria che vivono i lavoratori del settore turistico alberghiero e della ristorazione. Il paradosso è che mentre i padroni reclamano e vengono ascoltati la classe lavoratrice, a partire da quella dei settori colpiti è, totalmente svuotata di ogni cultura e coscienza di classe, si accontenta di vivere miseramente la propria esistenza, è distratta dalla propaganda del regime politico di Roma e di Bruxelles, è sostanzialmente abbandonata dai sindacati di regime Cgil-Cisl-Uil-Ugl, non ascolta le analisi e le proposte di noi rivoluzionari comunisti ed egoisticamente continua a elemosinare il lavoro per pochi soldi e svendita della propria dignità di classe.
Il P.C.I.M-L. per questi lavoratori annuali e stagionali chiede al governo di concedere immediatamente la cassa integrazione guadagni straordinaria fin quando non riprenderanno servizio a tempo pieno. Per i lavoratori stagionali dei settore turistico e commerciale chiede subito il ripristino dell’indennità di disoccupazione per i sei mesi invernali, indennità che tre anni fa è stata dimezzata, ovvero scippata loro dal solito governo borghese, clericale e capitalistico a guida del partito democratico e più precisamente dall’esecutivo di palazzo Chigi guidato da Matteo Renzi. Il governo italiano deve pretendere dalla Commissione e dalla Banca centrale europea i fondi necessari per far fronte all’emergenza e per rilanciare l’economia nazionale creando occupazione e servizi, a partire dal potenziamento e dal rilancio del sistema sanitario pubblico con nuovi ospedali e l’assunzione del personale necessario. Nel contempo deve smetterla di sovvenzionare la sanità affaristica privata.
Se la Comunità europea, come ha fatto sino ad oggi con la complicità dei governi che si sono succeduti a Palazzo Chigi, dovesse continuare a non soddisfare le nostre esigenze nazionali all’ora, finalmente, è giunto il momento di uscire rapidamente dall’Euro, oltre che dalla Comunità europea e dalla Nato, e di riattivare la nostra Zecca dello Stato per riprendere la stampa della nostra Lira. Ma per ottenere questo minimo risultato è necessario che i lavoratori si organizzino autonomamente, scendano subito anch’essi a Roma e si facciano sentire con determinazione dal potere politico dominante smettendola di correre dietro ai amministratori locali dello stesso potere romano, perché essi lo fanno solo per fini elettorali e di visibilità e non certo perché sono alleati dei bisogni e delle aspettative della classe lavoratrice italiana.
Lavoratori, donne e uomini sfruttati e abbrutiti da un padrone qualsiasi – con in testa la classe operaia cosciente del proprio ruolo storico di liberazione dal giogo padronale, emancipata dal punto di vista di classe, che non si considera classe in sé ma classe per sé e che avverte il compito di dover essere classe dirigente impegnata anche sul fronte della preparazione della Rivoluzione Socialista -, noi ci siamo, come sempre e da sempre siamo pronti a orientarvi sulla giusta strada della lotta di classe e delle conquiste sociali in questa infame società capitalistica, se anche voi ci siete battete un colpo, diversamente non potete che, come schiavi del ventunesimo secolo, rimanere curvi davanti al padrone e accontentarvi della sua elemosina, mentre lui sfruttandovi a più non si può accumula proprietà e conti bancari in Italia e all’estero.
Su, lavoratori, alzate la testa e guardate con fiducia all’aurora di un nuovo giorno e della lotta di classe per migliorare da subito le vostre condizioni di vita e per costruire un nuovo futuro, quello della liberazione dallo sfruttamento del lavoro altrui, dell’uguaglianza sociale, dell’altruismo, della solidarietà e della dignità della vita, che abbiamo la possibilità di viverla una sola volta: appropriamoci del nostro tempo libero e della gioia di vivere, bandiamo per sempre dalla nostra vita il dolore della miseria e della possibile morte per coronavirus, conseguenza della malasanità e della politica antipopolare della classe borghese al potere.
Forio (Città Metropolitana di Napoli, 4 marzo 2020.
* Segretario generale del P.C.I.M-L. – domenicosavio@pciml.org