di Ennio Anastasio

Con la chiusura delle scuole sono stati letteralmente reclusi in casa senza nemmeno la possibilità di una passeggiata. Nei loro occhi una domanda: quando finirà tutto questo?

di  Ennio Anastasio

Sul tavolo del Governo che lavora da alcuni giorni per avviare la “fase 2” dell’emergenza coronavirus, alle tante richieste, dossier, percorsi graduati, e tutto ciò che in sintesi viene posto all’attenzione  per l’apertura dei diversi settori economici  che premono per riaprire i battenti vi è qualcosa che dovrebbe essere posta al di sopra di ogni  pratica e che dovrebbe avere priorità assoluta : i bambini e il loro dramma di veri reclusi in casa. Già, sono loro che in questa situazione di emergenza, sono diventati i grandi dimenticati, quelli che non vengono mai citati e non possono godere nemmeno di una breve passeggiata all’aria aperta di pochi metri ma che devono rimanere chiusi nelle mura di casa 24 ore su 24 e occorre tener presente che spesso si tratta di appartamenti di piccola quadratura con solo qualche finestra e al massimo un piccolo balcone. Andare al parco? toccare le foglie di un albero o l’erba di un prato e tirare due calci ad una palla? proibito!  eppure per gli amici a quattro zampe si è stati più indulgenti, a loro è permesso fare una passeggiatina ed alzare la zampetta per fare la pipì. Certo sono doverosamente accompagnati dal loro padrone, ma un respiro all’aria aperta lo prendono e un pò di movimento è assicurato, forse anche più di una volta al giorno.

Lontani dai loro amichetti e compagni di classe

Marco,un bambino che frequenta la terza elementare,  è apparso televisivamente ed ha dimostrato nei suoi discorsi semplici ma impreziositi dall’ingenuità dolce della sua giovane età quanta sofferenza sia l’isolamento sociale, quella brutta parola che sta subendo ormai da oltre quaranta giorni nell’appartamento dove vive seppur circondato dall’amore dei suoi genitori. Marco è figlio unico e si lamenta di non poter giocare più con il suo amichetto Giuseppe: “la mattina  -racconta Marco-  quando mamma mi sveglia, seguo la lezione video della mia maestra nella mia cameretta e il pomeriggio faccio i compiti, poi coloro l’album e dopo i compiti gioco un pò con il gatto. Quello che mi manca tanto è il mio amichetto Giuseppe con il quale giocavo sempre, ma ora non posso più, facevamo tanti giochi insieme”. E’ ormai chiaro a tutti che le scuole non riapriranno se non dopo l’estate ed i bambini, in particolare i più piccolini avvertono la mancanza dei loro compagni di classe, dei loro amichetti di giochi ma anche delle maestre o maestri che diventano un punto di riferimento nella loro quotidianità ed a questo si aggiunge il dramma di passare un’intera giornata in casa senza poter fare dello sport, o soltanto correre e saltare all’aria aperta. Può bastare una TV accesa di continuo per occupare le ore del giorno che, tra l’altro, con l’arrivo della primavera diventa sempre più lungo? può bastare la presenza dei genitori, molto spesso impegnati nello stesso appartamento con il lavoro telematico per diverse ore? Diciamolo chiaramente : la loro vita è stata travolta in poche ore dalla grande onda, uno tsunami che però stavolta si chiama Covid-19, un mostro violento e aggressivo che ha imposto di chiudere scuole, campetti di calcio e di basket, palestre e piscine e poi i parchi, già infine anche quelli, gli ultimi spazi dove si poteva sperare di aver diritto ad un pò di sole e di aria pura, e dunque via, segregati in casa ad incollarsi davanti ai cartoni animati o a smanettare sul display del telefonino, per potersi affacciare tutt’al più alla finestra, per vedere il proprio cane uscire come un privilegiato, già, un pò come mamma e papà, che almeno possono andare al supermercato.

Massima cautela alla fine del lockdown ma i bambini non possono essere i grandi dimenticati

Quante possibilità saranno offerte ai bambini al termine di questa lunga quarantena che conterà quasi 60 giorni nel prossimo 4 maggio, probabilmente quello che diventerà un giorno importante perché avrà fine questo triste lockdown ? possiamo ovviamente pensare ed accettare la massima cautela nell’allentamento delle misure di restrizione che ci hanno privato della libertà, ma non certamente che i bambini siano nuovamente i grandi dimenticati, questo non è ammissibile e non è accettabile. Se è ovviamente necessario stabilire delle regole comportamentali che vadano a garantire la sicurezza di noi tutti, quindi l’utilizzo dei dispositivi come mascherine e guanti ma anche ovvie distanze, bisogna senz’altro dare la possibilità a quei volti giovanissimi che ci guardano, e che aspettano da noi “grandi” delle risposte, di poter finalmente fare una breve passeggiata, di riassaporare il mondo all’esterno, di riprendere una quotidianità che fa rima con la parola libertà e che permette un saluto ad un amichetto, anche se a dovuta distanza. Certo, si dovrà far capire loro che è ancora presto per giocare tutt’insieme con il pallone,che non è giunto ancora il momento di poter riabbracciare gli amici del cuore, la maestra o i nonni, che bisogna stare ancora molto attenti, ma che a piccoli passi riprenderemo tra le mani la nostra vita e che la loro non sarà più fatta soltanto di video lezioni e compiti da svolgere a casa ma anche dall’erba di un prato, dal profumo di un fiore, da un gelato da mangiare all’aria aperta.