In via Michele Mazzella, nel parcheggio di fronte Conad ed in via Pontano occorre un’attività di verifica e di intervento dell’amministrazione comunale per gli stalli riservati alle persone disabili per niente funzionali alle esigenze di una categoria protetta.
di Ennio Anastasio
Sono davvero pochi, sulla nostra isola, gli stalli riservati al parcheggio delle persone con disabilità, che abbiano dei requisiti di funzionalità appropriata. Anzi, molto spesso gli stessi, per il modo in cui sono stati strutturati, rendono ancora più difficoltosa l’operazione di discesa o di salita dall’autoveicolo. Chi non ha notato che spesso un lato dello stallo è rivolto contro un muro? mentre altre volte lo stallo è posto su di una strada in salita? e comunque, nella maggior parte dei casi, non lascia il giusto spazio per poter scendere dal veicolo, soprattutto quando occorre muoversi con una carrozzina. Eppure basterebbe pensare che quando ci si trova a dover progettare qualcosa che sia al servizio di tutti, in particolare alle esigenze delle persone con disabilità, è fondamentale domandarsi il perché delle misure che poi vengono imposte all’utenza e che, proprio per questo, dovrebbero rispettare indicazioni tecniche affioranti dal solco di una normativa che impone dei minimi inderogabili, al di sotto dei quali non bisogna assolutamente scendere. Ci vengono in aiuto gli art. 10 e 16 del D.P.R. del 24 luglio 1996 i quali, tra l’altro, fissano le dimensioni minime dello stallo del parcheggio delle persone disabili nello spazio di metri 3,20 per la larghezza e metri 6 per la lunghezza, ma purtroppo tali misure, che consentirebbero di muoversi in modo agevole per una necessaria e completa apertura di una portiera anteriore dell’auto, sono sempre più considerate dagli Enti proprietari della strada come delle misure “ottimali” e difficilmente perseguibili. Nella nostra realtà locale, purtroppo, siamo ben lontani dalle misure sopra enunciate e che dovrebbero essere adottate secondo la normativa, ma vi è comunque da soffermarsi ed invitare l’amministrazione comunale di Ischia a porre rimedio in merito a due parcheggi dedicati sì, alla sosta delle persone disabili, ma disegnati più come un ritaglio di un numero da rispettare in merito ad una categoria debole, che come una dignitosa soluzione a chi, in quel numero, deve infilare un’auto, e sentirsi una persona protetta e non emarginata.
Due stalli per persone disabili nel parcheggio di fronte al Conad ma uno è inutilizzabile
Nel parcheggio in via Michele Mazzella, quello ubicato di fronte al supermarket Conad e all’ingresso della pineta degli atleti, da diversi anni la “location” per il parcheggio delle persone diversamente abili è rappresentata da un piccolo spazio a ridosso di un muro di cinta fatto di pietre laviche a secco. L’impressione che si ricava osservando l’esiguità dei due posti indicati con il simbolo della carrozzina è che, dopo aver ritagliato in misura perfetta tutti gli stalli dipinti dalle strisce blu a pagamento, di quel pò che rimaneva di quell’enorme spazio rigorosamente pufflandiato e numerato, si è cercato alla meno peggio di ricavare qualcosa anche per il parcheggio delle persone invalide, sfruttando un angolo che si incastona in un muro storto, e firmando con il colore del giallo una vera umiliazione ad una categoria protetta. Una umiliazione che trova spiegazione non soltanto nel fatto delle ridotte, anzi ridottissime dimensioni dei due posti riservati ai disabili che in un parcheggio enorme, quale quello di cui parliamo, avrebbero potuto, anzi, dovuto godere di dimensioni almeno più rispettose ed appropriate, ma anche nella situazione di pericolo che insiste da anni su di un lato dello stallo dove il muro di cinta a secco mostra da tempo seri segni di cedimento, con alcune pietre già rovinate sull’asfalto e con i pali di recinzione svelliti e orizzontalmente protesi verso l’interno dell’area adibita al parcheggio. Lame taglienti e arrugginite che rendono ancora più difficoltoso l’atto di scendere e salire dal veicolo, altro che giusto spazio necessario. E’ possibile che tale situazione possa ancora perdurare nel tempo? noi ci rifiutiamo di crederlo, noi che abbiamo letto nel programma elettorale del Sindaco Enzo Ferrandino quanta attenzione sarebbe stata posta per l’eliminazione delle barriere architettoniche attraverso l’adozione del piano P.E.B.A. non possiamo davvero crederlo, e siamo qui a chiedere interventi “al fine di evitare fonti di pericolo e di ostacolo” come illustra il paragrafo dedicato al tema “Accessibilità” dell’I’m in ! proposto ai cittadini.
Via Pontano: uno stallo per le persone disabili utilizzabile solo quando non piove
Da diversi anni via Pontano è rimasta sempre la stessa, con i suoi soliti problemi, con la sabbia che arriva in strada nella parte bassa, con il solito profondo lago che si forma all’arrivo del primo forte acquazzone nei pressi del ponticello, all’altezza del ristorante “O sole mio” e con i soliti pericolosi cazzimbocchi che saltano qua e là nella congiungente via Vittoria Colonna, sempre pronti a rompere un’asse delle ruote di un’auto di passaggio o a far precipitare a terra uno scooterista. Nell’ambito di questa dimensione è necessario aggiungere un altro tassello negativo ed è purtroppo quello relativo ad uno stallo di sosta prospiciente il noto Hotel Miramare e Castello. Un parcheggio per persone disabili che funziona a metà e cioè solo quando il sole splende alto nel cielo, mentre nelle giornate piovose diventa inaccessibile per l’altezza dell’acqua che vi ristagna non riuscendo la stessa per niente a defluire, ed a questo punto vien da chiedersi per quale motivo quello stallo deve rimanere in un punto dove la funzionalità viene ridotta alla metà e soprattutto perchè coloro i quali sono deputati al controllo non sollecitano opportuni provvedimenti. In ogni caso la soluzione deve essere ricercata dagli uffici tecnici comunali che dovrebbero in poco tempo approntare una verifica per gli interventi necessari. Dal canto nostro possiamo solo argomentare che un giornalismo critico ha il dovere di evidenziare i problemi e le esigenze di una comunità evitando critiche pretestuose e dando ampio spazio al merito delle cose, quelle di cui, prima o poi, bisogna chiedersi il perché.