COMUNICATO STAMPA- Si è svolta regolarmente l’annunciata assemblea sindacale delle maestranze di Ischia Ambiente: nonostante le solite telefonate intimidatorie dell’ultimora e qualche malanno improvviso (immaginario) era presente buona parte dei lavoratori e le rappresentanze sindacali della FIADEL, della UIL Trasporti e dell’UGL; grande assente, ma era prevedibile (viste le continue “cufecchie” con la dirigenza aziendale), la rappresentanza della CGIL.
L’assemblea si è dovuta svolgere nell’autoparco aziendale di Piedimonte all’aperto e in piedi perché l’azienda non ha provveduto a mettere a disposizione nemmeno una saletta adeguata come da richiesta dei sindacati e da quanto previsto dal CCNL .
Nonostante le denuncie e lo stato di agitazione proclamato dalla FIADEL, i vertici di Ischia Ambiente e il Sindaco di Ischia, hanno fatto orecchie da mercante non convocando le OO.SS. per discutere e pianificare la risoluzione dei problemi indicati dell’ultimo esposto; in particolare si fa riferimento al TFR ancora non versato, dal mese di gennaio 2012, ai fondi pensione che la maggioranza dei dipendenti ha aperto presso istituti di credito, assicurazioni, poste e Previambiente, cosa gravissima poiché in questi fondi il TFR non investito, causa notevoli perdite di valuta! Poi si parla di sicurezza sul lavoro e del DLgs. 81/08 e qui la cosa diventa ancora più pesanti viste le tantissime inadempienze della società: si va dalla mancata fornitura del vestiario estivo e dei DPI al fatiscente stato del parco macchine all’elezione del nuovo RLS ormai decaduto da troppo tempo ecc.
A tutto questo si aggiunge il mancato versamento alle varie strutture delle quote sindacali (nonostante siano regolarmente stornate in busta paga) e segnalazioni di alcuni dipendenti di richiami ricevuti dalle società finanziare per il mancato versamento del quinto dello stipendio (ovviamente anch’esso stornato in busta).
Le OO.SS discutendo con le maestranze aziendali sulle strategie da mettere in essere per far valere i diritti dei lavoratori indicano due strade percorribili:
1) lo sciopero con tutti i disservizi per il paese che questo comporta;
2) la nomina di un difensore comune (tipo class action) al quale affidare le deleghe per chiedere il versamento coatto tramite ingiunzioni di pagamento delle quote di TFR.
Allo stato l’ipotesi più accreditata è la seconda anche perché lo sciopero sarebbe scongiurato dal senso di responsabilità verso la cittadinanza e dal fatto che, almeno fino ad oggi, i dipendenti hanno percepito lo stipendio regolarmente. Se da un lato la faccia dell’azienda agli occhi del paese sarebbe salva perché non ci sarebbero i brutti disservizi che lo sciopero comporta, dall’altro non lo sarebbero le casse dell’azienda poiché un’azione legale del genere aggraverebbe ulteriolmente le casse della stessa la quale oltre a versare il dovuto si ritroverebbe a pagare le spese legali e gli interessi maturati nonché eventuali danni che potranno essere chiesti e considerato il numero dei dipendenti non é poca cosa!
In tutto questo, poi si aggiungono le responsabilità penali ad persoman: c’è in essere anche una denuncia pronta ad essere depositata alla guardia di Finanza e all’ufficio provinciale del lavoro a carico del Presidente e del Direttore Tecnico per i reati di appropriazione indebita art.646 CP e comportamento antisindacale art.28 legge 300/70.
L’assemblea si conclude con la decisione di dare all’azienda tempo fino al 15 ottobre 2012 per regolarizzare i versamenti del TFR e convocare i sindacati per discutere delle altre problematiche dopodiché si provvederà ad inoltrare i decreti ingiuntivi e le denuncie relative alle autorità competenti.